Piazza Astengo, Pietra Alta, corso Taranto e via Negarville sono quattro aree urbane, quattro “spazi residuali” su cui il Servizio Progetto AxTO – Beni comuni e Periferie, è intervenuto.
Acquisire, rivisitare, progettare, migliorare la qualità di quegli spazi pubblici e la percezione di sicurezza: questa in estrema sintesi la “mission” a cui gli architetti del Comune Samantha Ghirotto e Alberto Borgi hanno lavorato.
Il vocabolario dalla lingua italiana descrive “residuale” come ciò che rimane, ciò che è in eccesso, ma in quelle terre ai bordi della periferia torinese, di residuale c’era ben poco e nulla è in eccesso se s’investe su quelle porzioni di città e si restituisce ai circa 110 mila residenti (tanti sono i beneficiari) uno spazio più vivibile, un luogo dove incontrarsi, confrontarsi, tessere una rete, in poche parole far nascere o rinascere una comunità. “Noi – dicono gli architetti Ghirotto e Borgi – per residuale intendiamo ciò che non è non risolto architettonicamente, lasciato al caso, uno spazio di risulta, quindi vuoto. Con i nostri interventi abbiamo cercato di ‘riconnettere’ questi spazi alla città costruita”.
In questa impresa la Città ha investito oltre mezzo milione di euro i quali sono stati impegnati per ripulire, aggiustare, posare nuovi giochi e nuove panchine poste a semicerchio sotto pergolati verdi.
Dunque, anche l’azione 1.10 del programma per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie, AxTO, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, può dirsi conclusa.
Piazza Astengo (Falchera), Pietra Alta (corso Vercelli), Corso Taranto e il Giardino Emilio Pugno in via Negarville vanno così a comporre un altro tassello che si aggiunge alla completa attuazione degli interventi previsti da AxTO, (44 interventi suddivisi in cinque assi: “Spazio pubblico”, “Casa”, “Lavoro e Commercio”, “Scuola e Cultura”, “Comunità e Partecipazione”).
Raffaela Gentile