Si è celebrata questa mattina, nella sala Rossa di palazzo Civico, la giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia, dal 2005 nota in tutto il mondo come IDAHOTB (International Day Against Homophobia, Transphobia and Biphobia).
La cerimonia è stata anche l’occasione per ascoltare gli interventi di Patrizia Di Lorenzo, tutor coordinatrice, Facoltà di Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi di Torino; Vera Tripodi, docente di Filosofia Morale, Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, Università degli Studi di Torino; Anna Chiarle, vice commissaria, Reparto di Prossimità, Corpo di Polizia Municipale; Alessandro Battaglia, Coordinamento Torino Pride.
Ospite d’onore Stuart Milk, simbolo della lotta per i diritti civili, fondatore e presidente della Harvey Milk Foundation, nonchè consigliere di Barack Obama. Milk è un attivista per i diritti umani noto a livello internazionale, portavoce dei diritti civili per le persone LGBT, consulente per le relazioni governative, conferenziere di fama internazionale sul tema dell’uguaglianza globale e sostenitore delle rivendicazioni giovanili. Toccante è stata la testimonianza del nipote di Harvey Bernard Milk il politico statunitense, primo componente delle istituzioni statunitensi apertamente gay, assassinato all’interno del Municipio insieme al sindaco di San Francisco, George Moscone nel 1978 dall’ex consigliere comunale Dan White. “Mio zio – ha ricordato Milk – sognava un giorno come questo e sarebbe stato orgoglioso di Torino. Quello che stiamo facendo oggi qui rappresenta la luce: ciò che la vostra Sindaca ha fatto con la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, nonché nominando un assessore appartenente alla comunità Lgbt, è un gesto di grande coraggio e vicinanza alle persone”.
La sindaca di Torino a conclusione dell’incontro, nel ringraziare Stuart Milk e tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della giornata, ha ricordato che le battaglie di Harvey Bernard Milk sono battaglie di tutte e di tutti. Che, come a sottolineato anche l’assessore alle Pari Opportunità, i bimbi e le bimbe non nascono omofobi. “Abbiamo il dovere di essere in prima linea – ha detto la Sindaca – ciò non significa mettere solo una firma, uno striscione fuori da Palazzo civico, ma far sì che ogni persona senta la responsabilità di scegliere da che parte stare. Vuol dire che un atto di discriminazione fatto ad un altro è fatto anche a te; è un approccio culturale che dobbiamo costruire tutti insieme come città”.
A conclusione, si è svolto sotto il porticato di Palazzo, il flash mob: “Un segno contro l’omotransfobia”, il cui intento era quello di sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’impegno civico per contrastare il bullismo omofobico e transfobico.
Raffaela Gentile, Piera Villata. Fotografie di Paolo Amati. Video di Redazione web