“Ridare dignità alle persone togliendole dai pericoli e far ripartire la riqualificazione dell’area”: è questo lo scopo dell’operazione che questa mattina ha permesso di liberare i seminterrati di via Giordano Bruno occupati da anni da profughi e migranti, in gran parte provenienti da Ghana, Mali, Nigeria e Ciad.
Lo ha detto la sindaca Chiara Appendino nel corso d una conferenza stampa tenuta a Palazzo civico insieme al prefetto Claudio Palomba e all’assessora Sonia Schellino.
La sindaca ha espresso soddisfazione per il risultato dell’operazione, un ulteriore passo verso la piena riqualificazione dell’area. “Si tratta di un intervento definitivo: Amiat libererà i locali dai i materiali accatastati nel tempo per chiuderli poi definitivamente – spiega la sindaca -. Procediamo con il programma definito dal tavolo interistituzionale di cui rinnoveremo la convenzione”, tavolo composto da Comune, Regione, Prefettura, Questura, Diocesi, Compagnia di San Paolo che prevede un progressivo ricollocamento dei profughi. Dopo la prima palazzina chiusa a settembre e la seconda che sarà liberata a febbraio, la sindaca ricorda che si raggiungerà il pieno recupero dell’area entro il 2021.
“Ringrazio le Forze dell’ordine che hanno condotto un tema così complesso con il tempo necessario e con sensibilità e il ministero per il supporto e il sostegno economico per portare a casa il risultato”, conclude la sindaca. Un sostegno di 1,34 milioni di euro ottenuto dopo l’incontro di settembre con il ministro Salvini.
Sono 54 le persone identificate e accompagnate dal sotterraneo delle quattro palazzine dell’ex villaggio olimpico al centro di Protezione civile, in attesa di essere assegnate a nuova sistemazione. L’operazione ha anche dato il via allo sgombero di tutto ciò che occupa i locali, garantendo il diritto di proprietà di gran parte degli oggetti e in particolare di coloro che li utilizzavano come spazio di lavoro per attività di recupero.
Questi, ha spiegato l’assessora ai Servizi sociali Sonia Schellino, saranno accompagnati in un percorso, condotto da una cooperativa sociale, di economia circolare, basato sul recupero di elettrodomestici, oggetti e altro in un’ottica di riutilizzo.
Soddisfatto anche il prefetto Claudio Palomba: “Il nostro lavoro intendeva recuperare le persone salvaguardandone l’incolumità. Abbiamo affrontato con accortezza una situazione di fragilità. Tutte le persone che svolgevano le proprie attività di recupero nei locali hanno potuto segnalare i propri beni, che saranno trasportati in locali offerti dal Comune. Gli stessi ospiti hanno capito le ragioni del nostro intervento: dare loro una sistemazione più adeguata”.
Ora i tecnici dell’Amiat lavoreranno 24 ore su 24 per poter raggiungere il momento della definitiva chiusura nel minor tempo possibile. (mm)