Domani, giovedì 27 settembre alle 17, alla Casa di Quartiere Vallette in Piazza E. Montale verrà presentato ai residenti, agli studenti e agli insegnati il progetto “Qui Abito” di Cliomedia Public History.
Grazie ai fondi di AxTO e precisamente all’azione 4.01, ossia il “Bando contributi per iniziative socio-culturali”, un altro tassello si aggiunge al programma per la riqualificazione e la sicurezza delle periferie.
“Qui abito”, pensato per il quartiere Vallette, pone al centro i ragazzi e i loro insegnanti, i quali coadiuvati da esperti, andranno alla scoperta del passato e della storia del proprio quartiere coinvolgendo i residenti siano essi vecchi o nuovi abitanti, giovani ed anziani di quella porzione di città, di quella comunità, la quale pur essendo diversa per origine e per generazione, può contribuire a realizzare nuove e inedite relazioni.
Tra l’altro l’intento è quello di concorrere al superamento della crisi dell’Istituto Turoldo, che da anni registra un esodo di alunni, nonché alla valorizzazione della scuola come risorsa della comunità.
Sono coinvolte nel progetto risorse culturali e sociali del territorio (il Centro di Documentazione Storica della Circoscrizione 5; il Tavolo del Quartiere Vallette; la Casa di Quartiere Vallette; Manal insieme per l’integrazione) e qualificate professionalità del Politecnico di Torino e di Cliomedia Public History.
Fra le attività previste: formazione per insegnanti, laboratori con studenti (in classe e nel quartiere con visite guidate); formazione di 2 giovani per il supporto alle attività; sito internet; percorso espositivo; scambi con scuole della città; ebook; incontri conviviali con cibo e musica; un evento finale con protagonisti i ragazzi e le famiglie.
“La sfida di AxTO – commenta l’assessore ai beni comuni e periferie, Marco Giusta – era ed è quella di proporre modelli di sviluppo che insistono sulla comunità. Il nostro obiettivo è quello di concentrarci in particolar modo sul locale, sul vicino alla cittadinanza, convinti come siamo che molti piccoli interventi innestino sul territorio i fiori di un nuovo modo di vivere il quartiere. La comunità che riscopre il proprio passato capace di restituire ai e alle giovani la conoscenza e quindi l’orgoglio per il proprio quartiere, attraverso lo scambio con le generazioni che l’hanno preceduta, è una collettività più sana e più solida. Soprattutto, è una comunità che rimette la conoscenza e la scuola al centro dei propri percorsi e, quindi, più cosciente di quello che è più attrezzata nell’affrontare la diversità“.
(rag)