Si è inaugurata alla Gam, la mostra dedicata alla pittura di Renato Guttuso (Bagheria, Palermo 1911 – Roma 1987) uno dei massimi esponenti dell’arte italiana del Novecento.
Curata da Pier Giovanni Castagnoli, con la collaborazione degli Archivi Guttuso, “L’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ‘68” presenta circa 60 opere provenienti da importanti musei e collezioni pubbliche e private europee. In esposizione alcune delle più significative tele di soggetto politico e civile dipinte dall’artista tra la fine degli anni Trenta e la metà degli anni Settanta. Dalla Fucilazione in campagna, del 1938 (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma) ispirato all’esecuzione di Federico Garcia Lorca, alla Marsigliese contadina, 1947 (Museum of Fine Arts, Budapest), dal Boogie-woogie, 1953 (Rovereto, Mart) al famosissimo Funerali di Togliatti, 1972 (MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna) un compianto denso di nostalgia in cui si condensa la storia delle lotte e delle speranze di un popolo e le ragioni della militanza di un uomo e di un artista, al Comizio di quartiere, 1975 (Collezione Quenza, USA).
“Ai quadri di marcata ispirazione politica fa seguito nel 1953 l’esecuzione di un’opera di tutt’altra intonazione, un dipinto sorprendentemente nuovo, difficile da immaginare anche solo qualche settimana prima della sua apparizione – sottolinea il curatore Pier Giovanni Castagnoli – Guttuso lo invierà alla Biennale di Venezia del 1954, suscitando reazioni contrastati nel giudizio della critica e forti riserve anche da parte di esegeti molto vicini al lavoro dell’artista e suoi provati sostenitori, come Cesare Brandi. È Boogie-Woogie (opera nella foto sottostante) dove è ritratta la scena di un ballo scatenato tra giovani vestiti alla moda in un locale interrato in cui risalta, con la sua sgargiante tavolozza, Brodway Boogie-Woogie, la grande tela realizzata da Mondrian a New York tra il 1942 e il ’43, il cui titolo Guttuso riprende per prestarlo al proprio dipinto. Dopo aver dato ripetutamente immagine alla realtà del mondo contadino ed operaio, si affacciano ora alla ribalta della pittura di Guttuso vedute di un modo diverso e trovano rappresentazione nei suoi quadri nuovi soggetti, nuovi costumi, nuovi riti collettivi, come quelli che paradigmaticamente vengono raffigurati, tra il 1955 e il 1956, nella vasta tela La spiaggia, che verrà esposta nel ’56 alla XXVIII Biennale di Venezia”.
Il maestro siciliano – a partire dagli anni della fronda antifascista e tanto più nel secondo dopoguerra – ha ricercato una ricongiunzione tra impegno politico-sociale ed esperienza creativa, nella persuasione che l’arte, nel suo caso la pittura, può e deve svolgere una funzione civile ed è dotata di una valenza profondamente morale.
Oltre alle tele di soggetto politico e civile la mostra offre anche un repertorio variegato di opere: ritratti e autoritratti, paesaggi, nature morte, nudi, vedute di interno e scene di conversazione. Quadri contemporanei ai dipinti di ispirazione politica e sociale, selezionati con il proposito di offrire la prova dei traguardi di alta qualità formale conquistati dal maestro siciliano nell’esercizio di una pittura.
La mostra, aperta fino al 24 giugno, è accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, con saggi di Pier Giovanni Castagnoli, Elena Volpato, Fabio Belloni, Carolyn Christov-Bakargiev e un’antologia di scritti di Renato Guttuso.
Orari: da martedì a domenica: 10 – 18, lunedì chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
Info: http://www.gamtorino.it/it