di Mauro Gentile
Di lavoro agile, della situazione normativa, del suo attuale utilizzo e delle prospettive, si è parlato questa mattina nel corso del convegno “Smart Working: Torino c’è”, organizzato dalla Divisione Personale del Comune di Torino.
Lo smart working, o lavoro agile come è anche definito, sta conquistando spazi sempre maggiori, tanto nelle imprese private quanto negli enti pubblici. Di questo modello di organizzazione del lavoro in ascesa, che consente alle persone di svolgere la propria attività a distanza senza doversi necessariamente recare in azienda, si è parlato oggi alla ex Curia Maxima di via Corte d’Appello, nel corso del convegno “Smart Working: Torino c’è”.
Promosso dalla Divisione Personale del Comune di Torino e dal Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, l’appuntamento ha offerto l’occasione di discutere e approfondire il tema della normativa con docenti del Politecnico di Milano e della School of Management dell’Università di Torino, oltre che scambiare informazioni e condividere best practices con rappresentanti di enti pubblici e aziende private.
Tra le amministrazioni pubbliche, la Città di Torino è una di quelle che ne ha già avviato la sperimentazione attraverso l’introduzione del telelavoro e dello smart working per un centinaio di dipendenti e che, alla luce del gradimento e degli ottimi risultati ottenuti, intende estenderne l’impiego nel 2018.
Una scelta, quella di Palazzo Civico, effettuata nella convinzione che l’uso di strumenti e l’adozione di modelli di “lavoro agile” possano generare risparmi gestionali e una crescita della produttività, oltre che benessere per i lavoratori consentendo loro di meglio conciliare i tempi del lavoro con quelli della vita familiare e i propri personali interessi.
L’Amministrazione comunale del capoluogo piemontese – come è stato ricordato nel corso del convegno – è stato il primo ente locale in Italia a sottoscrivere con i sindacati, nel 2016, un accordo aziendale che prevede per tutti i dipendenti, nel rispetto delle esigenze di servizio, la possibilità di lavorare in modalità smart working da uno a tre giorni al mese.
Il telelavoro, una delle forme di “lavoro agile”, è stato introdotto dal Comune di Torino cinque anni fa ed oggi sono 43 le postazioni attive fuori la sede aziendale e altre 13 si aggiungeranno a gennaio.
Poi, dallo scorso anno, sono partite anche sperimentazioni di smart working in settori tecnici – come, ad esempio, l’Edilizia privata con il progetto Edilizia Agile (sportello via Skype che mette in contatto dipendenti e professionisti per pratiche edilizie) – che hanno coinvolto una cinquantina di dipendenti.
Tra i vantaggi legati all’introduzione dello smart working al Comune di Torino – è stato anche evidenziato questa mattina alla ex Curia Maxima – non sono da sottovalutare quelli di carattere ambientale: in un solo anno, ai telelavoratori di Palazzo Civico residenti in Piemonte, per gli spostamenti in auto casa-lavoro e ritorno sono stati risparmiati all’incirca 320mila chilometri di viaggio, otto volte la circonferenza della terra.