di Mauro Gentile
Un patto di collaborazione per aiutare i senza dimora non solo ad affrontare le difficoltà quotidiane e a soddisfare i loro bisogni primari, come un pasto caldo e luogo coperto dove passare la notte, ma soprattutto, attraverso un lavoro coordinato e mettendo a disposizione risorse, strutture, competenze e professionalità, per assicurare adeguata assistenza sanitaria a chi è affetto da patologie e creare percorsi di sostegno e inclusione che consentano di superare quella condizione di estrema fragilità e disagio che, di fatto, porta quelle persone a vivere ai margini della società.
Il protocollo d’intesa – sottoscritto da Città di Torino, Arcidiocesi di Torino, Asl Città di Torino e Città della Salute e della Scienza di Torino – “prevede la collaborazione in termini strategici e progettuali in ottica di piena sussidiarietà, di condivisione di risorse e professionalità tra gli enti sottoscrittori per la sperimentazione e la messa a regime degli interventi integrati socio-sanitari nel sistema dei servizi di accoglienza e la strutturazione di un servizio pilota di contrasto alla grave emarginazione, con particolare attenzione alle situazioni connotate anche da severe problematiche sanitarie, prevedendo percorsi di accompagnamento ed inserimento sociale, l’allestimento di luoghi dedicati e la costituzione di équipe integrate tra personale sanitario e sociale per il sostegno nei percorsi di autonomia relazionale, sociale, abitativa e di cura della salute personale”.
Più nel dettaglio, l’intesa prevede il rafforzamento della rete cittadina di accoglienza temporanea con posti riservati alle persone con fragilità di tipo sanitario e in particolare per quelle affette da patologie legate alle salute mentale e alle dipendenze, la creazione di équipe multiprofessionali per affrontare con un approccio olistico i bisogni dei senza dimora, la realizzazione di progetti per differenziare e ampliare le opportunità di accompagnamento all’inclusione abitativa e la predisposizione di percorsi di inclusione personalizzati che, per favorire l’uscita dalla condizione di marginalità, tengano conto e mettano a frutto le capacità e le competenze di ogni singola persona.
A proposito degli impegni specifici assunti sottoscrivendo il protocollo d’intesa, la Città di Torino, utilizzando fondi stanziati da Compagnia di San Paolo e destinati alle azioni di contrasto alla condizione di marginalità estrema di persone senza dimora e multiproblematiche, assicura una parte delle risorse complessivamente necessarie per la realizzazione dei progetti.
Per quanto riguarda l’Arcidiocesi, oltre a condividere il proprio know how e a contribuire a sviluppare forme innovative di accompagnamento sociosanitario a partire dall’attività recettiva temporanea, si impegna a ricercare e rendere disponibili luoghi idonei a diverse forme di accoglienza temporanea (per l’anno in corso 65 posti di accoglienza notturna tra via Cappel Verde, via Arcivescovado e Villa Pellizzari e, di giorno, nei centri “La Sosta … con gli amici di Gabriele” di via Giolitti e “Il balsamo di Filomena” di via Cappel Verde) in cui ospitare persone senza dimora nel periodo di costruzione del progetto personale di inserimento e sviluppo, come luoghi ponte tra la condizione di strada e l’avvio di una soluzione più consolidata.
Tra gli impegni dell’Asl Città di Torino, quelli di garantire le figure professionali necessarie per l’operatività delle équipe integrate nell’ambito delle azioni previste, il sostegno ad azioni di promozione della salute, formazione, prevenzione e screening e la collaborazione nelle attività di verifica, monitoraggio e implementazione degli interventi e dei servizi.
La Città della Salute e della Scienza di Torino per parte sua, oltre alla più generale collaborazione alle varie attività, valuta la possibilità di mettere a disposizione per l’accoglienza temporanea, previa verifica delle condizioni della struttura e degli interventi necessari per garantire forme idonee di ospitalità, una parte degli spazi dell’ex Ospedale Maria Adelaide.
Il Protocollo d’intesa, “Piano di intervento integrato per il contrasto alla grave emarginazione e alla condizione di senza dimora di persone con fragilità sociali e socio-sanitarie”, avrà durata triennale e sarà rinnovabile alla sua scadenza.