di Mariella Continisio
La ventesima edizione di “Torino Porte Aperte” richiama l’attenzione della città sul ricco patrimonio artistico locale.
Tra i moltissimi appuntamenti in calendario nelle prossime quattro domeniche, vi è l’apertura straordinaria al pubblico della sala Gonin, gioiello della Torino ottocentesca, situata all’interno della stazione di Porta Nuova, la terza grande stazione italiana, tra le quattordici gestite dalla Società Grandi Stazioni Rail.
La sala Gonin era la sala d’attesa di prima classe dove era ospitata la famiglia reale quando si spostava da Torino. E’ stata ideata nel 1861 dall’ingegner Alessandro Mazzucchetti e affrescata a partire dal 1864 dal pittore Francesco Gonin. Adottato dalle studentesse e dagli studenti del liceo Massimo D’Azeglio, il salone sarà aperto alla città domenica 21 maggio dalle 10 alle 18.
L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito del progetto “La Scuola adotta un monumento”, consente alle 53 scuole coinvolte – primarie e secondarie di primo e secondo grado cittadine e della provincia – di presentare al pubblico, in una delle domeniche di maggio, i beni culturali scelti.
Le classi che hanno aderito all’iniziativa sono inserite in un percorso di educazione permanente alla valorizzazione e alla tutela dei beni storici-artistici e indirizzate a scegliere tra le testimonianze del passato: dalle chiese ai musei, dalle cascine alle vie, dalle piazze alle targhe commemorative. Al termine del viaggio alla scoperta delle radici del patrimonio alunne e gli alunni, come veri ciceroni, racconteranno ai visitatori le caratteristiche e gli aspetti iconografici, urbanistici, ambientali e sociali delle opere che hanno simbolicamente adottato.
Quest’anno tra i 58 capolavori, molti dei quali non sempre accessibili al pubblico, mostrano, per la prima volta, le loro bellezze: la Basilica di Superga, il Teatro Nuovo, il Polo del ‘900, il cinema Garibaldi e Chiesa dei Santi Simone e Giuda, il quartiere Campidoglio, l’Ospedale Sant’Anna, l’ex Collegio delle Figlie dei Militari, la Chiesa Madonna della Divina Provvidenza, la Fondazione Merz, l’ex fabbrica Safov, la scuola elementare Re Umberto I, la Chiesa di Maria Consolatrice, il Giardino bambine e bambini vittime di Beslan, il Giardino Walter Ferrarotti e la Chiesa della Santissima Trinità a Verolengo.
“Si tratta di un progetto – sottolinea Federica Patti, Assessora all’Istruzione e all’Edilizia scolastica della Città di Torino – di grande interesse e valore perché trasforma il territorio in una grande aula dove allievi e studenti ne raccontano la storia e i risvolti sociali agli adulti. Uno scambio di saperi che si inserisce a pieno titolo in quella operatività intellettuale che fa dell’istruzione e della formazione, lungo l’intero arco della vita, una priorità assoluta nell’emancipazione delle persone”.
“Il processo di rinnovamento delle stazioni avviato da Grandi Stazioni Rail – afferma Silvio Gizzi, Amministratore Delegato della Società – si è posto tra gli obiettivi principali quello di rafforzare il rapporto tra i servizi che la stazione offre e la città. Ciò, sia attraverso la realizzazione di poli di interscambio intermodale, quali elementi di ricucitura della discontinuità dei servizi di trasporto, sia attraverso l’arricchimento delle funzioni presenti nelle stazioni, sempre più integrate con la città. La ricerca del comfort, della sicurezza e dell’efficientamento dei servizi a vantaggio dei cittadini e dei passeggeri, passa tuttavia anche attraverso la consapevolezza della valenza architettonica e storica dei fabbricati, come quello della stazione di Torino Porta Nuova, e all’importanza quindi della loro conservazione. L’iniziativa proposta dal Comune di Torino, rappresenta allora per Grandi Stazioni Rail, un’ulteriore occasione di condivisione e divulgazione del valore storico delle stazioni, che ben si coniuga con l’obiettivo di integrazione culturale, oltre che funzionale, della stazione nella città”.
“La Scuola adotta un monumento” si pone, dunque, l’obiettivo di stimolare l’interesse delle giovani generazioni sui temi della conoscenza, della conservazione e di affidare loro il compito di essere attori di un confronto con le istituzioni e le agenzie del territorio nella risoluzione di problemi e nella formulazione di proposte di miglioramento continuo.
Infatti, nonostante questa nuova visione del valore sociale del bene culturale, capita, qualche volta, che questo sia ancora ritenuto appannaggio esclusivo di studiosi o delle competenti amministrazioni.
L’iniziativa è promossa dalla Città di Torino, attraverso l’Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte. Vi partecipano, inoltre, associazioni, fondazioni culturali, enti religiosi e laici detentori dei beni artistici.
Il progetto, promosso dalla Fondazione Napoli Novantanove nel 1992, a cui la Città ha aderito insieme ad altri Comuni italiani, riconosce la centralità della scuola nella formazione della cultura e dei comportamenti dei cittadini per l’affermazione di una nuova consapevolezza dei beni culturali.
Con il sostegno di alcuni organismi europei, inoltre, l’iniziativa è stata eletta a programma pilota di una rete europea formata da 11 Paesi dell’Unione e dalla Russia per promuovere eventi a sostegno della formazione dei giovani e della salvaguardia del patrimonio culturale.
Il programma dei lavori www.comune.torino/iter