Sigilli alla porta di una quarantina di centri massaggi orientali in cui veniva abitualmente esercitata la prostituzione. E’ il risultato di quasi due anni di attività investigativa e di un’azione interforze condotta questa mattina da Polizia Municipale, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato. Il decreto di sequestro preventivo è stato emesso dal gip di Torino su ordine della Procura al termine di una indagine coordinata dal procuratore Paolo Borgna. Ai titolari dei locali, la maggior parte dei quali con sede nel capoluogo e alcuni in centri della prima cintura (Rivoli e Cascine Vica), sono stati notificati gli avvisi di garanzia. Durante le indagini sono state raccolte informazioni testimoniali di più di 200 clienti. Oltre al sequestro preventivo dei centri sono stati denunciati, a piede libero, tutti i titolari,per il reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
“Negli ultimi anni si è registrato un incremento di centri di messaggio orientale. Le aperture sono rese possibili da un vuoto legislativo che permette, di fatto, anche a non professionisti, di esercitare tale attività. E la loro comparsa ha avuto ripercussioni sui classici centri estetici. Sono infatti presenti sul territorio torinese strutture perfettamente rispettose di leggi e regolamenti che prevedono massaggi decontratturanti e decongestionanti. I loro rappresentanti riuniti nella C.L.A.A.I., “Confederazione delle associazioni artigiane italiane” hanno espresso, più volte, preoccupazione per le ricadute negative sull’immagine dell’intero settore benessere” – hanno spiegato nella sede di via Bologna della Municipale il comandante Alberto Gregnanini, il dirigente Marco Sgarbi e il responsabile della polizia giudiziaria dei Vigili, Fabrizio Lotito.
Un timore fondato, così come è emerso dal controllo degli investigatori: “L’operazione Lanterne rosse, di stamane, è andata a colpire, dopo attente e curate indagini, centri somiglianti fra loro, con vetrina schermata a livello marciapiede e bui all’interno, secondo un cliché tipico. Dove all’interno , il più delle volte, non è neanche possibile ricevere informazioni sul servizio offerto, dato che le ragazze che vi esercitano palesano scarsa conoscenza della lingua italiana”.
Anche i free press locali, come le pagine internet di siti d’incontro, abbondano di pubblicità ammiccanti e allusive da parte di numerosi centri massaggio, non lasciando dubbi. Tutti segnali, questi, che hanno portato la squadra investigativa anti tratta della Municipale, su delega della Procura della Repubblica, a svolgere un’approfondita indagine, accertando cosa effettivamente si nascondesse dietro l’apertura e la conduzione di una certa quantità di centri. Le investigazioni, iniziate nel dicembre 2015, hanno portato alla conclusione che all’interno dei centri monitorati si esercitava effettivamente la prostituzione. In 40 di questi si è riusciti a dimostrare chiaramente il reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione da parte del gestore del centro; negli altri 10 casi l’attività era praticata solo dalla titolare del centro.