di Antonella Gilpi
Cercano di migliorare il futuro dei propri luoghi di origine con le loro fotografie: Zarko Zekic e Bekir Halilovic, bosniaci di Srebrenica e Kim Hak, cambogiano, ospiti lunedì 5 dicembre alle 18 presso Camera in via delle Rosine 18 dove si parlerà nell’incontro intitolato “Hidden Photos” di un confronto sul rapporto tra identità e immagine in due paesi postconflitto.
I due bosniaci sono membri dell’associazione Adopt Srebrenica, un gruppo misto di giovani serbi e bosniaci che a un anno lavora per ricucire il tessuto sociale strappato dalla guerra e dal genocidio del ’95. Tra le altre attività, Adopt Srebrenica sta costruendo un centro di documentazione che raccoglie fotografie e materiale risalente al periodo precedente alla guerra nella ex Jugoslavia con lo scopo di farne uno strumento per sanare il conflitto di rappresentazioni e racconti ancora oggi molto forte in Bosnia-Erzegovina.
Il giovane fotografo cambogiano, Hak pone al centro del proprio lavoro la storia del suo paese e l’immaginario che essa produce. Con il progetto “Alive” ha esplorato il mondo familiare, attraverso le fotografie che la madre ha salvato dalla distruzione del regime degli Khmer rossi.
Sono proprio le storie dei luoghi e le relazioni tra le persone che gli ospiti de questo incontro, pur in modo diverso, cercano di recuperare usando la fotografia come veicolo di riscoperta e di narrazione. In particolare, essi si chiedono come quelle storie possano essere di aiuto per abbattere i muri che ancora creano divisioni insormontabili nelle loro rispettive società. Nel mondo di oggi, dove abbiamo la sensazione di essere “bombardati” dalle immagini, non c’è mai veramente il tempo per chiederci quanto proprio queste stesse immagini servano a plasmare l’idea che abbiamo di noi, degli altri e del mondo circostante; o che cosa, se esse dovessero un giorno venire a mancare, perderemmo irrimediabilmente.
Nel corso dell’incontro verrà proiettato un documentario Hidden Photos.
L’evento è organizzato da Camera – Centro Italiano per la Fotografia, Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea Giorgio Agosti, Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, Centro Internazionale di Studi Primo Levi con la collaborazione della Fondazione Alexander Langer Settung e con il sostegno dell’Ufficio Affari di Gabinetto della Provincia Autonoma di Bolzano.
Info Museo diffuso della Resistenza tel.011.01120781