di Eliana Bert
“La guerra di Spagna vista da Orwell” è il titolo dell’incontro curato da Alfonso Botti, storico e docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che si svolgerà giovedì 12 febbraio alle 18 nella sala conferenze del Museo Diffuso della Resistenza, in corso Valdocco 4/a.
Si tratta di un ciclo di appuntamenti volti a far conoscere la storia della Spagna contemporanea nel contesto europeo sotto un profilo letterario.
Abbiamo chiesto al direttore del Museo Diffuso Guido Vaglio perché la scelta sia ricaduta proprio sulla Spagna.
Il Museo ha un’esposizione permanente che si concentra su Torino nel decennio che va dal ’38 al ’48, ma da sempre amplia il suo campo di interesse occupandosi più in generale di storia del ‘900 e di contemporaneità, dell’Europa e del mondo, attraverso mostre, incontri, presentazioni di libri e proiezioni. Già nel 2008 abbiamo ospitato una mostra dedicata alla Spagna e lo scorso anno – sempre su proposta dell’AICVAS, l’associazione dei volontari antifascisti nella guerra di Spagna – un ciclo di incontri dedicati all’inquadramento storico della guerra civile spagnola. E’ in questo contesto che si inserisce il ciclo di conferenze di quest’anno, nelle quali il conflitto spagnolo viene esaminato dal punto di vista della narrazione. La guerra civile spagnola rappresenta un momento fondamentale della storia novecentesca, un avvenimento che vide stati europei direttamente e militarmente coinvolti, così come una straordinaria partecipazione di volontari che, sia dal vecchio continente, sia dagli Stati Uniti, giunsero in Spagna per combattere a fianco degli antifascisti. Un evento centrale, quindi, per interpretare la nostra storia e le sue conseguenze, che non possono non essere lette in un quadro più ampio, europeo, appunto.
George Orwell ha scritto “Omaggio alla Catalogna”. Sarà questo il punto di partenza del dibattito di domani?
Sicuramente questo testo offrirà molti spunti al dibattito. In esso Orwell descrive la sua esperienza di volontario in Spagna mettendo in luce con lo stile asciutto del cronista la realtà dei combattenti nel fronte antifranchista, comprese le contraddizioni che la guerra civile porta con sé, in particolare lo scontro aspro tra le componenti anarchiche e libertarie e quelle comuniste di stretta osservanza sovietica. Sono temi che lo stesso Orwell ha ripreso nella sua successiva produzione letteraria. Più in generale, la Guerra di Spagna ha avuto sempre una forte influenza sulla creazione artistica: scrittori, artisti, registi cinematografici vi hanno dedicato opere importanti, contribuendo a creare intorno a quell’evento una sorta di mitologia, che in parte è tuttora viva.
L’oggettività, quando si ripercorrono gli avvenimenti passati, è molto difficile. Oggi si parla della Guerra civile spagnola sapendo del regime franchista e con una sensibilità diversa rispetto agli anni trenta. E’ per questo motivo che è importante ripercorrere quegli anni?
Il senso di questi incontri – e vorrei dire, più in generale, dell’intera attività del Museo – è proprio quello di cercare di accostarsi ai fatti del nostro passato recente senza le lenti deformanti dell’ideologia, fornendo dati e informazioni che possano consentirne una lettura ricondotta al lavoro storiografico e liberata dall’uso “politico” che talvolta se ne è fatto.
Il ciclo di conferenze – organizzato dall’AICVAS in collaborazione con il Museo, la redazione di Spagna contemporanea, l’Istituto di studi storici Gaetano Salvemini e il Dipartimento di Lingue e Letterature straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino – terminerà il 2 aprile.