di Piera Villata
L’Unione Europea ha assegnato a Torino 4 milioni 100 mila euro che saranno investiti dall’Amministrazione comunale nella lotta alla povertà e al degrado nelle aree più fragili della città. E’ quanto è stato comunicato questa sera all’assessora comunale all’Ambiente e ai Fondi Europei Stefania Giannuzzi, a Bruxelles per partecipare alla riunione conclusiva dell’iniziativa Urban Innovative Actions (UIA). I finanziamenti della Commissione saranno impiegati in azioni legate all’innovazione sociale e alla riqualificazione ambientale consentendo di attivare percorsi di sviluppo per la co-produzione di servizi e la creazione di imprese legate al welfare.
Il contributo è stato assegnato a CO-CITY, disegno realizzato interamente dagli uffici della Città in partenariato con l’Università di Torino, l’ANCI e la Fondazione Cascina Roccafranca: “La Città di Torino – spiega Stefania Giannuzzi – è una delle 18 vincitrici del primo bando Urban Innovative Actions (UIA), a cui hanno partecipato ben 378 città europee. Il progetto ci consentirà concretamente di avviare la collaborazione tra cittadini e Palazzo Civico nella la cura, nella gestione condivisa e nella rigenerazione dei beni comuni urbani. Comune e Università saranno impegnati soprattutto nella sperimentazione sul territorio con un impatto concreto”.
“Con questo riconoscimento Torino si conferma capitale europea dell’innovazione sociale: Co-City è una straordinaria occasione per sostenere nuove forme di partecipazione attiva dei cittadini alla cura e rigenerazione del territorio. Con Co-city – ha affermato la Sindaca Chiara Appendino – auspico che intorno a questo nuovo modo di intendere la relazione tra il pubblico e il privato possano nascere nuove imprese e generarsi nuovi posti di lavoro”.
“Fare squadra è la strategia vincente: la collaborazione tra Ateneo e Comune può diventare un modello stabile estendibile ad altri soggetti del territorio per portare nuove risorse a Torino su bandi Europei e nazionali per l’innovazione – ha dichiarato il Rettore Gianmaria Ajani -. Nella scrittura del progetto, l’Università di Torino ha portato le proprie competenze di progettazione, giuridiche ed informatiche, come già era accaduto nella primavera 2016 con il secondo posto al premio European Capital of Innovation Award di Horizon 2020 con il progetto OpenInTo e l’avvio del progetto Horizon 2020 WeGovNow. Comune di Torino e Università di Torino hanno vinto ancora una volta insieme”.
CO-CITY prevede la riqualificazione di beni immobili e spazi pubblici in condizioni di degrado attraverso la stipula di patti di collaborazione con il terzo settore e gruppi informali di cittadini. Si tratta di uno strumento di lotta al degrado. Un’esperienza concreta di inclusione a cui sono state attribuite nuove funzioni in termini di servizi per il welfare, le attività educative e culturali, per ospitare nuove imprese innovative in ambito sociale e nella promozione della cura di spazi verdi collettivi.
Torino vanta un’esperienza ventennale nell’ambito della riqualificazione di spazi ed edifici pubblici, con il coinvolgimento su larga scala e con programmi di accompagnamento sociale, diventando nel corso del tempo un modello a cui guardano con interesse altre realtà urbane, a partire dalle “Case del quartiere”, che svolgono funzioni di aggregazione e di coesione permanente per tutte le fasce di popolazione.
Le Case del Quartiere, guidate dalla Fondazione Cascina Roccafranca, saranno, grazie agli introiti comunitari, la base della costituzione della rete cittadina in grado di raccogliere istanze e progettualità, ma anche di accompagnare i processi di community building. Le “comunità di progetto” attivate sul territorio cittadino saranno il punto di riferimento per le azioni di rigenerazione urbana.
L’Università di Torino avrà il compito di coordinare le politiche di rigenerazione urbana a partire dalla gestione condivisa dei beni comuni, attraverso l’utilizzo della piattaforma FirstLife.
Si tratta di un social network civico focalizzato sulla scala cittadina, un progetto coordinato da Guido Boella del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino. “FirstLife è stato progettato assieme ai cittadini con laboratori di co-design e il suo obiettivo è permettere a cittadini che non necessariamente si conoscono ma che vivono gli stessi spazi urbani di coordinarsi tramite la mappa interattiva della città per co-produrre nuovi servizi in un’epoca in cui le risorse del pubblico si stanno riducendo – ha spiegato Boella -.”
E’ in sperimentazione in varie iniziative con il Comune e con attori del territorio, dai Living Lab a Ecoborgo Campidoglio al mercato di Porta Palazzo, dal progetto Riscopri Risorse di Laqup nei comuni della Città Metropolitana al progetto WeGovNow! per la riqualificazione partecipata in Parco Dora, dal sistema di segnalazioni Miramap in Circoscrizione 10 al progetto Teencarto nelle scuole che ha coinvolto 700 studenti delle superiori. Verranno anche sperimentate dall’Università di Torino una moneta locale e una banca del tempo basate su tecnologie innovative quali la blockchain, che è alla base di criptovalute come i bitcoin, riconvertendole da un uso finanziario ad un utilizzo sociale.
L’Ateneo si occuperà anche del consolidamento di un modello giuridico fondato sulla collaborazione tra cittadini e pubblica amministrazione.
All’ANCI sarà affidata la comunicazione del progetto e la disseminazione dei risultati a livello nazionale.
“La Città di Torino, che coordina l’intera realizzazione del progetto – conclude Stefania Giannuzzi – metterà a disposizione le aree e gli edifici pubblici che verranno individuati nel corso della fase di progettazione, curerà il processo di definizione dei patti di collaborazione tra cittadini attivi e amministrazione e garantirà gli investimenti economici necessari all’avvio della riqualificazione e allo sviluppo di imprese di comunità e di strumenti di inclusione sociale e sostegno al reddito”.