di Mariella Continisio
Fino al 4 ottobre la Piazza dei Mestieri festeggia il decennale della sua fondazione. Un progetto che, con modalità innovative, aiuta i giovani durante la fase di transizione dall’adolescenza alla vita adulta. Li sostiene nei percorsi formativi per ottenere la qualifica e il diploma professionale e valorizza i loro talenti. Un job center che accompagna ogni ragazzo al lavoro seguendolo per i due anni successivi all’uscita dalla scuola. Da Piazza dei Mestieri sono transitati 1.500 giovani, il 90% dei quali ha perseguito con successo il percorso educativo e numerosi hanno trovato un’occupazione coerente con il percorso di studio: cuochi, barman, pasticceri, cioccolatieri, grafici, acconciatori, meccanici. Oggi sono 550 gli studenti nelle aule di Torino e 400 a Catania dove la Piazza ha contribuito alla nascita dell’Istituto tecnico superiore. Questa mattina 13 allievi siciliani sono atterrati a Torino per partecipare alle manifestazioni con il loro sindaco Enzo Bianco, che con Piero Fassino, sindaco di Torino, lavoreranno a una collaborazione tra le due città.
Nell’ambito degli eventi organizzati per i dieci anni dalla fondazione, questa mattina si è svolto l’incontro “Secondo welfare: nuovi modelli di collaborazione pubblico-privato”, una riflessione sul modello della Fondazione che si inserisce, a pieno titolo, nel dibattito sul “secondo Welfare”. La società italiana infatti, nonostante la crisi, sta innovando e sperimentando nuovi modelli per rispondere ai bisogni sociali di chi è alla ricerca di un’occupazione, di chi non riesce a pagare un affitto e rischia di rimanere senza casa, dei tanti ragazzi che rischiano di non poter continuare il percorso di studi perché il bilancio familiare si è drasticamente ridotto. Il dibattito di questa mattina è stato anche l’occasione per confrontarsi sulle possibilità di sviluppo della Piazza e della possibilità di esportare il suo modello in altre zone del Paese. Nel corso della tavola rotonda il vicesindaco Elide Tisi ha sottolineato come “oggi sia necessario fare un salto per superare l’idea di un welfare legato solo all’assistenza, per dare spazio a un welfare della formazione e del lavoro. Le istituzioni hanno una missione rinnovata che allarga la sfera della funzione pubblica in stretta collaborazione con il cittadino”.