di Mauro Marras
Una ferita aperta nella storia del nostro Paese, che ancora oggi accende discussioni e suscita emozioni, anche se i protagonisti di quella terribile pagina di storia oggi non ci sono più. Oggi le autorità civili e militari della città hanno reso omaggio ai caduti della lotta contro il nazifascismo e agli ebrei vittime dello sterminio, in occasione del 73°anniversario dell’armistizio di Cassibile, 8 settembre 1943. “Fu un momento triste per il nostro paese – ha affermato l’assessore comunale allo Sport Roberto Finardi, intervenendo di fronte alla lapide per i caduti dei campi di concentramento – è nostro dovere ricordare e raccontare ai giovani cosa ha significato e come ha cambiato il corso della storia, aprendo la stagione democratica e repubblicana”.
Dopo la celebrazione iniziale nella cappella del Cimitero, il corteo con in testa i gonfaloni di Città e Regione, delle Autorità civili e militari insieme alle Associazioni dei partigiani e dei deportati, ha raggiunto il Sacrario della Resistenza, dove l’assessore ha depositato una corona. Con lui erano presenti l’assessore Marco Giusta, che ha la delega ai Cimiteri, e il vice presidente del Consiglio Comunale, Enzo Lavolta, oltre al vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti e al generale Franco Cravarezza. Il corteo ha anche raggiunto la teca che raccoglie le ceneri di coloro che non sono più tornati dai lager, il cippo in onore dei deportati e la lapide dei Caduti militari, prima di concludere il percorso al Cimitero israelitico, davanti alla parete di marmo grigio su cui sono riportati i nomi dei 479 ebrei torinesi partiti dal binario 11 di Portanuova su carri merci senza ritorno. Il rabbino capo di Torino Ariel Di Porto ha recitato una preghiera, seguita poi dall’intervento di Elda Gastaldi, vicepresidente dell’Anpi di Torino e figlia del partigiano Beppe che con i suoi uomini liberò l’intera zona di Chieri.
Sono trascorsi settantatré anni da quella sera, quando ai microfoni dell’Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche, la radio del Regime per vent’anni), in un famoso comunicato, il generale Pietro Badoglio, maresciallo e capo di governo, rese pubblico l’armistizio di Cassibile firmato in gran segreto con gli angloamericani il 3 settembre. All’annuncio seguì la precipitosa fuga notturna da Roma della famiglia reale del governo e del comando supremo. La notizia dell’armistizio è pubblicata dai giornali italiani il giorno dopo, come riporta il Corriere della sera del 9 settembre 1943. E’ il caos. I soldati italiani, un milione e novantamila sul territorio nazionale e novecentomila nei paesi occupati (Francia, Croazia, Grecia e Jugoslavia), sono allo sbando. I tedeschi con cui si era alleati sino a poco prima, disarmano le truppe italiane mal equipaggiate e con armamenti inadeguati per reagire. Molti vengono uccisi, altri fatti prigionieri e rinchiusi nei campi di concentramento nazisti. In migliaia vanno in montagna a combattere. Inizia il periodo più sanguinario della storia italiana.