di Mauro Gentile
Un avviso pubblico per cercare associazioni che presentino progetti allo scopo di sperimentare nuove forme di “coabitazione assistita”, finalizzate ad aiutare le persone con disabilità a conquistare la capacità di vivere in modo indipendente.
Questa mattina la Giunta comunale, su proposta dell’assessorato alle Politiche sociali, ha approvato una delibera che dà disco verde alla pubblicazione del bando di ricerca che, a partire da lunedì prossimo, sarà consultabile sul sito web della Città all’indirizzo www.comune.torino.it/bandi/.
I servizi sociali della Città di Torino – spiegano da via Giulio – adottano da tempo modelli di presidi residenziali in grado, per quanto possibile, di riprodurre relazioni e stili di vita familiari. Soluzioni, ad esempio, come quelle dei percorsi di autonomia per le persone con disabilità motoria, da raggiungere attraverso soluzioni di coabitazione solidale. Ma – aggiungono dal settore Disabili – sono molte le famiglie e le associazioni che hanno chiesto al Comune di poter sperimentare altre forme di offerta residenziale che funzionino come strada per raggiungere l’autonomia: dalla vita semi indipendente con la supervisione di un assistente familiare al condominio solidale, dal social housing agli alloggi messi a disposizione dalle stesse famiglie o dalle associazioni.
A questa richiesta si propone di rispondere l’avviso pubblico dell’assessorato alle Politiche sociali. Tra i progetti che saranno presentati per avviare la sperimentazione di nuove forme di coabitazione, con diverse gradazioni di sostegno, ne saranno scelti cinque, per un finanziamento complessivo di 50mila euro.
I nuovi progetti sperimentali accresceranno l’offerta cittadina di servizi residenziali a carattere familiare come, tra quelli già attivi oggi, le 53 comunità alloggio, i 29 gruppi appartamento, le 15 case famiglia, le 5 comunità di tipo familiare e i 40 servizi di autonomia.
A Torino, complessivamente, sono oggi 5mila 700 disabili che usufruiscono di prestazioni servizi in strutture specialistiche e 2mila di essi di prestazioni domiciliari. Per loro vengono organizzate attività in laboratori artistico-artigianali e, per mille e 200, soggiorni in luoghi di vacanza.