di Giulia Conte studente Dams, in collaborazione con la redazione di Torino Click
Tra i tantissimi temi che avrebbe potuto affrontare in materia di storia del jazz, Zenni ha scelto di raccontare esaustivamente perché e come il jazz nasce a New Orleans, facendo un excursus di tutta la storia delle migrazioni transatlantiche che hanno poi portato all’arrivo degli schiavi in America.
Un viaggio lungo e ricco di informazioni che Zenni descrive molto chiaramente, mostrando soprattutto quanta influenza mediterranea ci sia in questa musica che noi consideriamo unicamente americana. Tante curiosità, tanti aneddoti rendono questa lezione intensamente interessante e divertente, perché Stefano Zenni è un pozzo di sapere che regala sapere appunto, facendo sorridere il pubblico con battute sarcastiche anche riferite alla società contemporanea.
Zenni sorride nel dire che vorrebbe continuare a essere il direttore artistico del festival per infiniti anni così da poter fare moltissime lezioni come quella di ieri, perché la storia della musica jazz da sempre, richiede anni di studi talmente è lunga e dettagliata.
Di origine antichissime, il jazz è da sempre stata una musica di unione e condivisione, due degli elementi che Zenni vuol far passare: una musica che arriva a New Orleans sotto il nome di jazz, ma che porta con sé influenze di tradizioni da tutto il mondo. La culla del jazz è lì, perché molte persone sono state trapiantate in quella città e inevitabilmente ci sono arrivate con i loro bagagli culturali.
Un pubblico attento, curioso che diventa ancora una volta il segno di quanto questo Festival stimoli la creatività e la voglia di conoscere le radici di questa musica, che spesso, erroneamente si pensa essere destinata a pochi.