di Gianni Ferrero
Il campus di Architettura, al parco del Valentino, ha fatto da cornice questa mattina alla firma di un protocollo tra i vertici di Iren e i responsabili degli uffici scolastici di Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. Un accordo che segna una svolta per le nuove generazioni di studenti, aprendo concretamente le porte al mondo del lavoro: “Dovremmo parlare di un’alleanza scuola-lavoro, più che di un’alternanza scuola-lavoro”- ha sottolineato il presidente di Iren Francesco Profumo, già rettore del Politecnico e ministro dell’istruzione nel governo Monti, annunciando come la multiutility incarni appieno lo spirito della legge 107 varata l’anno passato. In pratica tutti gli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle superiori per raggiungere il traguardo del diploma avranno l’obbligo di iniziare un percorso condiviso tra scuola e azienda. Un impegno che per gli allievi dei licei vuol dire 200 ore pratiche e che nel caso degli istituti tecnici raddoppia a 400.
Per il sindaco Piero Fassino il nostro sistema scolastico per molto tempo ha sottovalutato la formazione professionale enfatizzando altri cicli di studi: “Ma questa riforma consente finalmente di legare formazione in aula con le imprese e con gli sbocchi autentici, di legare l’offerta con la domanda di lavoro. In questo caso in un contesto di innovazione avanzata e in un contesto, quello dei servizi pubblici, che non ha smesso di attrarre occupazione”.
In queste settimane il direttore dell’ufficio scolastico del Piemonte Fabrizio Manca sta siglando protocolli con strutture di assistenza sociale o per la conservazione dei beni culturali per dare ai ragazzi la possibilità di esercitarsi. Quello stilato questa mattina ha una marcia in più: intanto spalanca l’ingresso degli studenti di 17 istituti agli stage negli impianti per la produzione di energia, in quelli per il trattamento dei rifiuti e più in generale nelle strutture dell’igiene urbana, ma consentirà, una volta guadagnato il diploma di maturità, per almeno due di loro, di vedere trasformata l’esperienza in un contratto di apprendistato professionalizzante, così come propone il job-act: “Nel 2015 Iren ha assunto 219 persone sulla base di selezioni effettuate in modo tradizionale. Si è trattato di un matrimonio immediato. Invece il praticantato in ufficio, in laboratorio– ha scherzato Profumo affidandosi a una metafora – consente un periodo di fidanzamento utile a prendere coscienza effettivamente in che cosa consisterà il lavoro futuro”.
Insomma davvero una buona possibilità di vedersi guadagnare un posto di lavoro incominciando in terza superiore con la conoscenza dell’impresa, con il tirocinio l’anno successivo e l’accentuazione della valenza orientativa verso il lavoro in quinta: “Un confronto – hanno spiegato i responsabili Iren – che vedrà studenti trasformarsi in colleghi, esperti aziendali confrontarsi con i docenti sulle modalità di apprendimento, impianti convertirsi in aule e valutazioni scolastiche che recepiscono giudizi professionali”.
A fare gli onori di casa è stato il rettore del Politecnico Marco Gilli che ha stigmatizzato il basso livello nel nostro Paese della formazione terziaria, professionalizzante e di come il protocollo di questa mattina possa dimostrarsi una carta vincente, sulla scìa dell’esperienza americana di Obama con i programmi multi – college. Peraltro, ha chiosato Profumo, l’esperienza in azienda durante le superiori consentirebbe di mettere alla prova le reali vocazioni degli studenti nel proseguire gli studi e abbattere almeno di quattro-cinque punti percentuali il drop-out al termine del primo anno di università. In sala, ad ascolatare attenti, allievi del Pininfarina, del Boselli, del Galilei-Ferrari e dello Zerboni.