E’ stato intitolato ad Alfredo Frassati il giardino di piazza Solferino, luogo in cui ha avuto sede anche il suo giornale, La Stampa, prima di trasferirsi in via Marenco e poi, oggi, in via Lugaro.
Alla cerimonia avvenuta questa mattina hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Piero Fassino, il consigliere comunale Michele Paolino, il presidente della Circoscrizione 1 Massimo Guerrini, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Alberto Sinigaglia e il nipote Jas Gawronsky.
“Alfredo Frassati – ha affermato il Sindaco Piero Fassino – è un personaggio importante della storia di Torino e, non a caso, nella targa che lo ricorda la famiglia e la Città hanno voluto che si scrivesse fondatore de La Stampa perché questo è il segno che ha lasciato nella vita della città. Un segno che ci ha consegnato un quotidiano che via via è diventato sempre più una delle voci autorevoli e riconosciute dell’informazione nazionale e internazionale”. “Non solo fonda La Stampa – ha proseguito Fassino – ma è stato anche un innovatore che ha intuito l’importanza e il carattere strategico dell’informazione”.
“Queste iniziative ci consentono di trasmettere memoria e questo è un dovere di tutti noi. La quotidianità della vita è prevalente e il rischio è che con il passare del tempo le persone e gli eventi siano avvolti dall’oblio. Un grande storico, Jaques Le Goff, ha scritto che ‘non trasmettere memoria significa rendere orfana una generazione’. E noi – ha concluso il Sindaco – abbiamo il dovere di non rendere orfane le generazioni che via via si succedono”.
Alfredo Frassati nasce a Pollone il 28 settembre 1868. Studente di legge in Germania, a 23 anni comincia a inviare corrispondenze alla “Gazzetta Piemontese” di Vittorio Bersezio. In tre anni diventa comproprietario e condirettore della testata.
Nel 1985 le cambia il nome e la trasforma ne “La Stampa”, facendone un grande giornale politico, approdo e vivaio di firme illustri, dai ferrei principi di “un giornalismo moderno, indipendente da tutti, onestissimo”. Il 16 ottobre 1900 ne diventa direttore e nel 1902 unico proprietario.
Liberale, ma simpatizzante per i socialisti, favorevole allo sviluppo dell’industria ma pure ai diritti dei lavoratori, è il primo giornalista a diventare senatore.
Amico di Giolitti, viene da lui inviato come ambasciatore a Berlino e quando Mussolini sale al potere, si dimette e torna in redazione. Con la stessa determinazione con la quale si è opposto all’intervento italiano nella guerra del 1915-18, si lancia contro l’impresa di D’Annunzio a Fiume. Il 9 novembre 1925 è costretto a lasciare la direzione della Stampa poi venduta a Giovanni Agnelli nell’ottobre 1926.
Il figlio Pier Giorgio a causa di una polmonite fulminante, muore all’età di 24 anni. Alfredo Frassati cerca di combattere la disperazione lavorando. Agricoltore a Pollone, fa piantare 100mila alberi sulle montagne biellesi. Nel 1930 diventa Presidente dell’Italgas, società entrata in crisi e ne avvia una severa ristrutturazione aiutandola così a risollevarsi da un drammatico fallimento. Membro dell’Assemblea Costituente, superati i 90 anni, continua a scrivere articoli di memorie politiche.
Muore improvvisamente il 21 maggio 1961 senza immaginare che per tanti gesti di fede e carità, suo figlio Pier Giorgio sarebbe stato eletto da papa Wojtyla tra i beati e oggi citato più volte ai giovani come esempio, da papa Bergoglio.