di Gino Strippoli
Questa mattina è stata posta e scoperta una targa , sulla facciata dello stabile di via Nicola Fabrizi 16, a ricordo dei pittori e coniugi Domenico Buratti (1981 – 1960) e Vittoria Cocito. Nel 1913 incontrò la pittrice Vittoria Cocito (1891–1971), che sposò nel 1920 e da cui ebbe tre figlie, Vanna, Chiaretta e Lella. Erano presenti per la Città di Torino, il sindaco Piero Fassino, in rappresenta del Consiglio comunale il vicepresidente Angelo D’Amico, e parenti e amici tra i quali l’anzian figlia Francesca Buratti.
Fassino ha ricordato come i due coniugi abbiamo vissuto e partecipato a tutto tondo alla stagione feconda della prima parte del Novecento dove germogliavano le scelte culturali e tendenze che stavano invadendo l’Europa e tutto i mondo internazionale dell’arte della cultura. Una stagione del fermento dove Buratti e Cocito si sono contraddistinti con le loro opere e con i loro libri e l’editoria , anche tra mille difficoltà di chi vive l’avanguardia culturale.
“L’importanza di questa targa – ha detto Fassino – è quella di ricordare due personalità della cultura torinese, ma soprattutto di trasmettere la memoria delle cose che hanno fatto. Noi abbiamo il dovere di fare memoria e di trasmettere alle generazioni, la storia, la cultura di una civiltà, tutto ciò che è parte del passato”.
Domenico Buratti dopo un attività di illustratore e pittore, esponendo nei primi del Novecento le sue opere al Salone di Parigi, alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Torino, fondò la casa editrice Fratelli Buratti con l’intento di promuovere giovani scrittori, alcuni dei quali diverranno nomi di spicco della storia della critica letteraria come Eugenio Montale e Corrado Alvaro. Nel dopoguerra è tra i fondatori della Libera Accademia di Belle Arti nata per rendere accessibile a chiunque lo desiderasse una formazione tecnico-artistica. Vittoria Cocito esordì come illustratrice alla Promotrice di Torino nel 1911 con Ritratto di Signora. Inoltre ha esposto le sue opere alla permanente di Milano, a Napoli , alla Secessione Romana e agli Amici dell’Arte di Torino. Le sue opere rivelano quel pudore e quella discrezione che appartengono alla moralità della pittrice attraverso la gentilezza della tavolozza che è di cromatismo sottile.