di Mauro Gentile
Una settantina di anni fa, alcuni tra i momenti più tragici della storia cittadina sono stati vissuti tra le pareti di cemento, gli arredi e le porte dì acciaio dei 137 rifugi antiaereo pubblici e dei 16mila privati, di cui solo un migliaio però era stato in grado di offrire una protezione effettiva alla popolazione. Cemento, luce fioca e spazi angusti che raccontano una storia fatta di paura e privazioni, di un conflitto non combattuto al fronte, tra soldati in divisa, cannoni, navi, aerei e carri armati, ma di una guerra subita dai civili, vittime del terrore e delle morte portata dal cielo, dalle bombe dei bombadieri Alleati.
Per riportare alla luce le pagine di questa storia, Palazzo Civico ha avviato un progetto che prevede attività e iniziative finalizzate a favorire la conoscenza e il recupero, a fini storici e documentaristici, del rifugi antiaereo della Città di Torino.
Questa mattina il disco verde della Giunta alla delibera presentata dall’assessore al Patrimonio, Gianguido Passoni, che affida agli uffici della direzione Edifici municipali, Patrimonio e Verde e della direzione Controllo strategico, Facility e Appalti di lavorare, con la collaborazione dell’Archivio Storico comunale e dell’Associazione per la Storia del territorio nell’età contemporanea, alla redazione di un elenco aggiornato dei rifugi pubblici della Città, alla valutazione di possibili iniziative finalizzate al progressivo recupero e alla valorizzazione, e all’avvio di interlocuzioni con enti pubblici e privati proprietari di rifugi per il loro recupero.
“E’ dovere delle istituzioni – sottolinea l’assessore Passoni – non far cadere nell’oblio il ricordo dei giorni terribili vissuti dalla popolazione civile durante il secondo conflitto mondiale e, soprattutto pensando ai più giovani, di offrire l’opportunità di far conoscere e comprendere i fatti di quel periodo storico. I rifugi antiaereo sono la testimonianza di quei tragici anni e costituiscono una parte importante dei percorsi nei luoghi di memoria proposti dal Museo diffuso della Resistenza.
Percorsi – ricorda Passoni – in cui, grazie ai lavori di bonifica degli ambienti e di restauro per rendere agibili le scale che scendono attraversando due piani di cantine, è da un anno inserito anche il rifugio antiaereo di Palazzo di Città: uno spazio di 80 metri quadrati, costruito nel 1940 a dodici metri sotto il cortile d’onore del Municipio, che ospita già iniziative culturali, come già accaduto lo scorso anno in occasione delle celebrazioni per il 25 Aprile”.
Alcuni tra i più grandi rifugi antiereo in città, che durante l’ultimo conflitto bellico mondiale hanno dato rifugio durante i bombardamenti a centinaia di torinesi, sono in parte già visitabili, come quelli di piazza Risorgimento, di Palazzo di Città (le immagini nella galleria fotografica) e delle ex Carceri Nuove, altri, come quelli di piazza Marmolada sotto la Materferro, degli ex Mercati generali di via Giordano Bruno e della Venchi Unica, lo saranno dopo i necessari lavori di restauro.