“Non posso che condividere e apprezzare la vostra scelta di costruire un modello organizzativo per Confcooperative che integra la Città Metropolitana di Torino con il Piemonte Nord e ovviamente, manifestare la piena disponibilità a essere interlocutore costante e attento nel lavoro necessario per rispondere alle aspettative di crescita e di sviluppo di tutti.”
Il sindaco Piero Fassino ha chiuso così il proprio intervento all’assemblea di Confcooperative Piemonte che ha sancito la fusione tra Torino, Novara, Verbania, Biella e Vercelli completando di fatto il riassetto territoriale dell’organizzazione. “Una scelta – spiega una nota diffusa da Confcooperative – nata dall’esigenza di rispondere in modo più adeguato ai bisogni emergenti delle imprese, in un quadro mutato – si pensi ad esempio all’abolizione delle Province da parte della pubblica amministrazione, che richiede una maggiore razionalizzazione, salvaguardandone l’efficienza.”
L’obiettivo è di creare un asse forte che unisca tutto il nord Piemonte con la Città Metropolitana e arrivi a Milano. Un territorio che conterà quasi 600 le cooperative con un valore annuo della produzione che si avvicina a 1 miliardo e mezzo di euro annui e un’occupazione tra soci e non soci che supera le 15mila unità.
“La rappresentanza politica dei territori sarà garantita così come la qualità e la capillarità dei servizi alle associate – spiega Gianni Gallo, presidente uscente di Confcooperative Torino e ora della nuova unione Piemonte Nord – . Vogliamo che aumenti la consapevolezza delle nostre associate in questo nuovo assetto: siamo tutti assieme parte di uno stesso sistema.”
Il nuovo organismo che nasce dalla fusione per incorporazione delle unioni provinciali di Biella/Vercelli e Novara/Verbania avrà trenta consiglieri distribuiti nei vari territori. Le unioni territoriali si riducono da 6 a 3: ieri è stata sancita la fusione tra Asti e Alessandria, mentre Cuneo continuerà a lavorare da sola.