di Mariella Continisio
Il Giorno della memoria quest’anno viene celebrato in un momento in cui si confrontano due avvenimenti di rilievo contrapposti per il loro significato. Il settantesimo anniversario della Liberazione, una data fondamentale per la nostra democrazia conquistata con il sangue di migliaia di italiani e partigiani e la recrudescenza del terrorismo che ha seminato morte e dolore in Francia, con l’obiettivo di uccidere il pensiero libero e indipendente. Eventi, purtroppo, destinati a non restare isolati. L’esplosione della violenza in Europa richiede a tutti, ma soprattutto alle giovani generazioni, un sussulto degli animi e la necessità di radicare nelle menti i valori della libertà, della tolleranza, del rispetto di chi è diverso da noi, una lezione che ci arriva dal nostro passato e che non va dimenticata. Ecco perché molte delle iniziative per il Giorno della Memoria coinvolgono bambini e ragazzi delle scuole torinesi, a cominciare dalle letture animate per i bimbi di tutte le età sui temi della memoria, della solidarietà, dell’amicizia e della diversità (25 gennaio alle 11 e alle 15, Museo Diffuso della Resistenza) a cura dell’Istituzione torinese per un’educazione responsabile. Uno dei progetti più significativi del calendario delle iniziative per il Giorno della Memoria è “Pietre d’inciampo”. Per mantenere vivo nel ricordo dei cittadini l’orrore della Shoah, nelle vie di Torino ne sono state collocate 19, altre 8 saranno istallate entro l’anno.
Cubetti dalla dimensione di un sanpietrino e targhe d’ottone sono sistemati nel marciapiede antistante le abitazioni in cui vissero le vittime della deportazione nazista e fascisti. Sono state poste sotto i nostri piedi per ricordarci, ogni giorno, che molti torinesi sono stati deportati e perché nessuno possa dimenticare gli orrori della Shoah. Stolpersteine, un monumento diffuso e partecipato ideato e realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig, è stato portato nel capoluogo piemontese dal Museo Diffuso della Resistenza, dalla comunità ebraica di Torino, dal Goethe-Istitut Turin e dall’Associazione nazionale ex deportati di Torino. Sono molte le richieste di quanti desiderano dedicare una pietra a un loro caro o amico che continuano a pervenire allo sportello aperto dal Museo Diffuso, corso Valdocco 4/a.
Nell’autunno del 2014 l’evento è stato presentato alle scuole. Per questo primo anno vi hanno aderito una scuola elementare, una media e otto istituti superiori, che sono stati coinvolti in un percorso didattico che si conclude nella settimana del Giorno della Memoria. Tra i tanti progetti realizzati, quelli dei ragazzi della terza H, sezione musicale della media Calamandrei e degli studenti della classe IV C del liceo Berti sono tra i più interessanti. I primi, guidati della professoressa Elisa Ferrero, hanno scritto una biografia della famiglia Levi (papà Alessandro, mamma Germana Garda, i figli Luciana 18 anni e Sergio 14 anni, deportati ad Auschwitz), una storia romanzata sulla figura di Sergio, ricostruita attraverso le testimonianze raccolte tra le persone che avevano conosciuto il giovane ebreo e una riflessione sul tema della memoria partendo da una frase di Demnig “Una persona ė dimenticata solo se è dimenticato il suo nome”. Sarà Armando, uno dei ventiquattro allievi, che il 29 gennaio alle 11.30 leggerà questo testo durante la cerimonia che si svolgerà in via Fratelli Carle 6, dove visse la famiglia Levi, prima di sfollare a Torre Pellice. Un’altra compagna, Matilde, ha posto l’accento sull’assurdità delle leggi razziali “non hanno senso, non ci sono ragioni. Questa esperienza mi ha temprata. Oggi non starei più ferma ad ascoltare, ma farei qualcosa”. Gli studenti del liceo, invece, hanno preparato uno spettacolo teatrale. Utilizzando diversi linguaggi – interviste a Primo Levi e Ban ki-moon, letture di poesie e brani in diverse lingue, brani musicali – hanno proposto una ricostruzione della storia dall’apertura dei cancelli di Auschwitz alla drammatica esperienza di Enzo Lolli, detenuto alle Carceri Nuove e poi deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, dal quale non farà ritorno. “Un percorso che ci ha consentito di entrare concretamente in alcune vicende di quegli anni e comprendere meglio, anche grazie intervista alla figlia di Lolli, Nedelia, cos’è stata la deportazione. Abbiamo compreso quanto sia importante la trasmissione della memoria che spetta a tutti anche ai noi ragazzi” hanno sottolineato i ragazzi della IV C.
La celebrazione a Palazzo Civico, nella Sala del Consiglio comunale
La Città di Torino domani, 27 gennaio, alle 9.30 al cimitero Monumentale (corso Novara 135), commemora i caduti. Dopo una breve preghiera nella cappella, il corteo delle autorità proseguirà all’interno del cimitero per l’omaggio alle lapidi: Cippo ex Internati, Cippo della Deportazione, Lapide in memoria degli Ebrei deportati. Alle 11 nella sala del Consiglio comunale di Palazzo Civico (piazza Palazzo di Città 1) si terrà la celebrazione ufficiale alla presenza delle autorità.
In occasione del decennale del Treno della Memoria, domani dalle ore 9.30 al Palaruffini, l’associazione Terra del Fuoco ha organizzato un grande evento con 3500 studenti degli istituti superiori di Torino e provincia per ascoltare le testimonianze dirette di alcuni sopravvissuti dei campi di concentramento e le analisi di storici e associazioni impegnate sui temi della “memoria”. In particolare si cercherà di dare una risposta ad alcune argomentazioni: come immaginare i prossimi 10 anni di memoria in Italia? Come attualizzare in chiave storica quanto accaduto? E con quali modalità e strumenti?
Tutte le iniziative e le celebrazioni per il Giorno della Memoria sono consultabili sul sito web della Città di Torino