Un compleanno, certo. Un modo per rivivere l’emozione, certo. Una retrospettiva dei successi, anche. Ma l’idea di festeggiare il decennale olimpico, e di rievocare lo straordinario periodo – tanto breve quanto coinvolgente – delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 è anche e soprattutto un modo per guardare avanti.
Ricordando la strada che portò alla cerimonia inaugurale del 10 febbraio, con le sue incertezze, la fatica, gli scetticismi che costellarono gli anni precedenti. Guardando alla capacità, così radicata e antica in questa Città, di fare le cose per bene e al meglio possibile, in un accordo non scritto e silenzioso capace sempre di unire, anche nelle differenze.
Le Olimpiadi si fecero. E fu un successo straordinario che permise di scoprire, e di riscoprire, una Torino troppo a lungo raccontata come la grigia città delle auto, la metropoli-fabbrica, avamposto industriale del Nord Italia che viveva intorno alla produttività. E, lo ricordo bene, l’eredità fu immensa: un rinnovato orgoglio di esserci stati e di sentirsi torinesi, di essere quelli che avevano compiuto un silenzioso miracolo.
Dopo dieci anni, ora come allora, quel che vogliamo celebrare è lo spirito olimpico, evocando la nostra forza più profonda, la sicurezza che Torino è cambiata e che cambierà ancora. E continuerà a farlo grazie al quel patrimonio comune di energie, idee, impegno, costruito durante gli anni e in grado di affrontare anche le sfide più difficili. I cittadini torinesi, partecipando al cambiamento degli ultimi vent’anni, lo hanno reso possibile: perché le grandi trasformazioni, materiali o immateriali, avvengono solo come azioni collettive.
E non è un caso, se ci pensiamo, che la città in cui “non succedeva mai niente” sia oggi indicata dal New York Times come unica meta italiana da non perdere nel 2016. Per quello che è stata, per la sua storia, ma più di ogni altra cosa per la capacità di costruire il proprio futuro. Con tenacia e discrezione, ogni giorno. Sì, il viaggio continua.
Piero Fassino, Sindaco di Torino