Primo Levi, in mostra a Palazzo Madama i ritratti di Larry Rivers

di Mariella Continisio

La mostra “Larry Rivers. Tre ritratti di Primo Levi” inaugurata questa mattina a Palazzo Madama lascia un certo stupore in chi li osserva. La tecnica utilizzata dall’artista americano di utilizzare spessori diversi di gommapiuma come tentativo di raccontare la storia inserendo piani diversi, offre una immagine inedita del grande scrittore. “Giovanni Agnelli amava molto queste opere” ha spiegato Marcella Pralormo, direttore della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, intervenendo questa mattina. Si tratta dei ritratti tridimensionali WitnessSurvivor e Periodic Table che furono acquistati dall’Avvocato ed esposti nella sede del quotidiano “La Stampa”. La figura di Primo Levi “si sovrappone e fonde con altre immagini della Shoah in un rimando continuo tra la vicenda personale dello scrittore torinese e quella di milioni di altre persone che vissero l’esperienza della deportazione” hanno spiegato gli organizzatori.

mostra Primo Levi Palazzo Madama

Nelle sue opere Larry Rivers, per rappresentare la sua visione della memoria e della morte, usa la tecnica della cancellazione con figure non pienamente presenti sulla scena, realizzando così una metafora della difficoltà di trasmettere la memoria dello sterminio da parte dei sopravvissuti: le immagini del passato non si possono dimenticare, eppure, allo stesso tempo, è impossibile riuscire a comunicare fino in fondo la tragedia a chi non l’ha vissuta.

Furio Colombo giornalista e scrittore “colui che ha ideato questa iniziativa – come  ha spiegato il sindaco Piero Fassino a conclusione dell’incontro” ha vissuto a lungo a New York ed è stato amico di Larry Rivers, al quale ha fatto conoscere l’opera di Primo Levi. Fu proprio Colombo a mettere in contatto l’artista con Agnelli: “Quando l’Avvocato seppe che Rivers stava lavorando su questi ritratti mi chiese di inviargli alcune immagini per capire come stava realizzando quelle opere”. Colombo, dopo aver messo in evidenza le radici ebraiche dei due artisti, ha raccontato che solamente dopo la traduzione in inglese dei testi  “Se questo è un uomo” (1986) “I sommersi e i salvati” (1988) è stato possibile anche grazie alla rilettura dello scrittore Philip Roth riportare all’attenzione degli americani l’importanza di Primo Levi. “E’ stato possibile l’ingresso nella cultura in lingua inglese di una grande autore italiano” ha concluso il giornalista.

L’allestimento, che sarà aperto fino al 7 febbraio,  propone anche la fotografia data in prestito dal Centro Studi Primo Levi, il disegno“Deportazione” di Renato Birollo della Gam e alcuni documenti dell’Archivio e della Biblioteca d’Arte della Fondazione Torino Musei sulla mostra a Palazzo Madama del 1955 per il decennale della Liberazione.

“Ringrazio tutti per aver reso possibile questa esposizione al pubblico che segna l’apertura dell’intensa settimana di eventi culturali e commemorazioni con cui la Città celebra il Giorno della Memoria e che culminerà mercoledì 27 gennaio con la cerimonia in sala Rossa” ha continuato Fassino. “E’ un allestimento che mette in luce il rapporto tra ebraismo, cultura internazionale e Olocausto. Qui, lo scorso anno, abbiamo inaugurato la mostra sulla figura di Primo Levi, che resta un punto di riferimento culturale per tantissimi, e quest’anno abbiamo scelto lo stesso luogo per dare una continuità ideale a Palazzo Madama e alla celebrazione del Giorno della Memoria” ha concluso il sindaco.

“Un museo è il luogo deputato alla memoria – ha detto la presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni -, il luogo del passato nel presente. Con questa mostra facciamo sì che il ricordo viva di nuovo”.

Il progetto è nato grazie alla collaborazione con la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.

Larry Rivers, il cui vero nome è Yitzrok Loiza Grossberg (1923-2002), è nato in America da genitori russi ebrei. Chiamato alle armi nel 1942, venne poi congedato per motivi di salute. Musicista, poeta, attore, regista e pittore, la sua fu una personalità artistica poliedrica, un vero “centauro” per usare una similitudine cara a Levi.

Nel 1945, poco dopo aver cambiato nome, iniziò a dipingere, diventando uno dei protagonisti della pop art americana. Negli anni Ottanta si interessa delle vicende della Shoah e del popolo ebraico, realizzando nel 1984 La storia della Matzoh (Storia del popolo ebraico) oggi alla Yale University e nel 1986  la copertina Erasing the Past per il magazine del New York Times.

La ricerca sull’Olocausto lo porta alla lettura di molti autori tra cui Primo Levi, grazie all’amicizia con Furio Colombo, all’epoca corrispondente da New York per “La Stampa”, il quotidiano al quale anche Levi aveva a lungo collaborato. A colpire Larry Rivers erano state le sue tante e diverse identità: chimico torinese, deportato come partigiano e identificato come ebreo, sopravvissuto allo sterminio e diventato poi famoso come scrittore.

Per informazioni: www.fondazionetorinomusei.it