di Luisa Cicero
Natale coi Fiocchi propone nel mese di dicembre un viaggio nell’universo delle bande, a cura della Pro Loco Torino e della Cooperativa CMC: dalle formazioni popolari più interessanti alle colorate marchin’band, per raccontare una cultura musicale in costante evoluzione. Un lungo itinerario che coinvolge tutta la città, spaziando dai classici della tradizione alla musica balcanica, dai ballabili al dixieland, dalla musica popolare al funky, per prepararci alla grande celebrazione della cultura bandistica nella notte di San Silvestro.La banda non è solo musica, ma musica e movimento: la banda sfila, diventa parte integrante dei paesaggi che attraversa, accompagna chi la segue, passa. Come passano gli anni. Ed è proprio il “passaggio festoso” l’immagine che Torino intende suggerire per salutare l’anno vecchio, con la potenza sonora della banda e della sua forza evocativa. Per accogliere l’arrivo del 2016, piazza San Carlo vibra al suono degli ottoni e dei legni, trasformandosi in un’arena dove si alternano diverse formazioni bandistiche, ciascuna delle quali capace di interpretare una specifica tradizione musicale.
Senza soluzione di continuità, il pubblico del Capodanno torinese può abbandonarsi ai “ballabili” festosi del Sud d’Italia, grazie alla Banda di Avola, con la voce di Rita Botto, saltellare sui tempi in levare dello swing e del rocksteady insieme alla Bandakadabra, scatenarsi sui ritmi sfrenati della fanfara balcanica Agusevi Dzambo Orkestar, fino all’entrata in scena del Gran Cerimoniere della serata: Vinicio Capossela. Accompagnato dalla Banda della Posta, con la partecipazione speciale della Banda della Città di Calitri e dei Los Mariachi Mezcal, il Maestro conduce il pubblico dritto al domani, in una festa fatta di foxtrot, mazurke, quadriglie e polke.
“Le Bande nell’ambito della nostra tradizione culturale hanno sempre svolto diverse funzioni. Le loro marce accompagnano la vita della comunità nel suo insieme ma anche quella degli individui che la compongono, suonando per le feste patronali e quelle civili, per i matrimoni e per i funerali – sottolinea Carlo Petrini fondatore di Slow Food -. La banda non è solo intrattenimento ma è anche uno spazio insostituibile di aggregazione e di alfabetizzazione musicale, soprattutto nei piccoli centri dove spesso mancano le scuole di musica. Durante l’edizione di Terra Madre 2006 a Torino invitammo per la prima volta i musicisti delle comunità del cibo di tutto il mondo, proprio per dare dignità a questa vocazione “sociale” della musica tradizionale. Per celebrare organizzammo in Piazza Castello una festa che vedeva il coinvolgimento di bande musicali da tutto il mondo, grazie alla collaborazione di alcune delle persone che oggi stanno organizzando il Capodanno torinese 2016. Credo che quell’esperienza fu un primo esperimento importante e sono felice che venga riproposto nella nuova formula, sotto l’egida di grandi artisti popolari. Mi sembra un bel segno di continuità per la città – continua Petrini – che ospita ogni due anni il popolo di Terra Madre; un ottimo modo per festeggiare l’arrivo di un anno, il 2016, che porterà grandi novità anche per quanto riguarda Terra Madre Salone del Gusto. Non soltanto mi rallegro per questo, ma sono convinto che il Capodanno organizzato dalla Città di Torino grazie alla presenza di numerose bande e alla sensibilità musicale di un artista come Vinicio Capossela sarà una straordinaria occasione di festa e di condivisione popolare”.
Un Capodanno speciale, condotto da Elena Castagnoli e Gipo Di Napoli, con un repertorio energico e vitale: un vortice di musica per ballare e festeggiare e ritrovare l’autentico piacere di stare insieme.
Quando la banda passò… è un progetto della Città di Torino, realizzato dal Teatro Regio di Torino e dalla Fondazione per la Cultura Torino, con la direzione artistica di Fabio Barovero e Gipo Di Napoli.
LE BANDE
AGUSEVI DZAMBO ORKESTAR: si inserisce nella tradizioni delle grandi fanfare balcaniche, le stesse che abbiamo imparato a conoscere con i film di Emir Kusturica. Il gruppo prende il nome da Dzambo Agushev, virtuoso strumentista , insignito del titolo di “prima tromba d’Europa” al mitico festival di Guca, tempio indiscusso della musica balkan. In pochi anni l’Agusevi conquista consensi di pubblico e critica anche al di fuori dei confini nazionali, grazie a uno straordinario talento musicale e alla loro capacità di coinvolgere il pubblico nelle atmosfere festose e autenticamente popolari dell’Europa dell’Est.
BANDAKADABRA: Carlo Petrini, giornalista, fondatore di Slow Food, l’ha definita una fanfara urbana. Calzante definizione per una brass band che fa della città il suo panorama d’elezione e della strada non solo il luogo in cui esibirsi, ma anche dove trarre ispirazione. Torinese di nascita, la Bandakadabra ha saputo compiere negli anni un percorso artistico che l’ha portata prima ad esplorare le sonorità della musica balkan e mitteleuropera per poi approdare a un repertorio in cui brani originali si alternano a classici jazz, latin e rocksteady. La Banda inizia così a offrire uno spettacolo dove la musica si unisce all’improvvisazione comica. Il risultato di questa sovrapposizione di stili è uno show musicale trascinante che in due anni si avvicina alle 200 repliche in giro per l’Italia e all’estero.
BANDA DI AVOLA: si ha già notizia in epoca Borbonica. Nel 1996 su iniziativa del Meastro Sebastiano Bell’ Arte nasce l’ Associazione A.L.MUS. (Avola Laboratorio Musicale) che istituisce una Scuola di Musica per strumenti a fiato e percussioni, facendo rinascere la Banda di Avola. Dal 2002 con la pubblicazione del cd “‘A Banna! ” prodotto da Fabio Barovero è un fiorire di preziose collaborazioni: Roy Paci, Mau Mau, Franco Battiato, Mirco Menna, fino al premiato album “Terra ca nun senti” con Rita Botto, attualmente la voce più autentica della Sicilia, amata da Carmen Consoli. Il progetto conquista con successo le ribalte del Festival di Cartagine, Ravenna Festival e il premio Città di Loano per la musica tradizionale italiana.
BANDA DELLA POSTA: è un complesso di anziani musicisti di Calitri, che sin dagli anni ‘50 ha suonato agli sposalizi del paese un repertorio musicale energico e vitale, fatto di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot. Per presentare la Banda della posta al pubblico Vinicio ha scritto: «Lo sposalizio è stato il corpo e il pane della comunità. Il mattone fondante della comunità, veniva consumato con il cibo e con la musica. Questa musica che accompagnava il rito era musica umile, da ballo, adatta ad alleggerire le cannazze di maccheroni e a “sponzare” le camicie bianche, che finivano madide e inzuppate, come i cristiani che le indossavano» Un repertorio di mazurke, polke, valzer, passo doppio, tango, tarantella, quadriglia e fox trot, che era in fondo comune nell’Italia degli anni ‘50 e ‘60 e che si è codificato come una specie di classico del genere in un periodo nel quale lo “sposalizio” è stata la principale occasione di musica, incontro e ballo. La BANDA DELLA POSTA è composta da Giuseppe Caputo “Matalena” al violino, Franco Maffucci “Parrucca” chitarra e voce, Giuseppe Galgano “Tottacreta” alla fisarmonica, Giovanni Briuolo chitarra e mandolino, Vincenzo Briuolo mandolino e fisarmonica, Giovanni Buldo “Bubù” al basso, Antonio Daniele alla batteria, Crescenzo Martiniello “Papp’lon” all’organo, Gaetano Tavarone “Nino” alle chitarre, insieme a due dei suoi stretti collaboratori, il chitarrista Alessandro “Asso” Stefana e Taketo Gohara al suono.
Tutti gli appuntamenti di A Torino un Natale coi fiocchi in programma sono sul sito: www.nataleatorino.it