di Mauro Gentile
“Per la ex caserma Lamarmora, Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria dell’immobile, ha previsto un progetto di riqualificazione innovativo e di grande interesse. La parte del complesso di interesse storico, quella che tra l’altro fu sede di detenzione durante la Lotta di Liberazione, tornerà, come prevede la normativa urbanistica, nella disponibilità della Città e sarà destinata ad usi museali, di conservazione e divulgazione della memoria, e di natura sociale”.
Così il sindaco Piero Fassino – rispondendo questo pomeriggio in Sala Rossa a una richiesta di comunicazione sullo sgombero della ex caserma – ha spiegato quale futuro attende l’immobile di via Asti.
Sulle ragioni dello sgombero Fassino ha ricordato che “l’edificio era oggetto di occupazione da parte dell’associazione Terra del Fuoco, che svolgeva attività di tipo sociale, e negli ultimi giorni anche di un gruppo di Rom. Cassa Depositi e Prestiti ha presentato tre istanze di sgombero, a cui le Forze dell’Ordire hanno ottemperato liberando lo stabile e riportando una condizione di legalità”.
Sulla vicenda Rom il sindaco Fassino ha precisato che “ad essi è stata proposta una sistemazione in ricovero temporaneo, necessaria per comprenderne la provenienza, conoscere la situazione dei singoli nuclei e valutare gli eventuali interventi attivabili”.
Fassino ha anche fatto cenno al progetto “La Città possibile”, che prevede il superamento dei campi nomadi. “Una operazione di civiltà – ha detto il sindaco – perché ha consentito di offrire alla maggior parte dei Rom di Lungo Stura Lazio soluzioni abitative alternative alla vita in baracche e tra i rifiuti”.
Il sindaco ha ricordato che “si stanno concludendo in Lungo Stura Lazio le operazioni della chiusura di un campo che contava circa 850 persone, 380 delle quali aderendo ai cosiddetti “patti di emersione” hanno avuto accesso ad abitazioni in strutture residenziali e 240 sono tornate nel proprio Paese con le procedure di rimpatrio assistito”.