di Antonella Gilpi
Mose, Mafia Capitale, operazione Crimine in Lombardia e quella Minotauro in Piemonte, la Camorra di oggi e quella di Cutolo, l’infiltrazione in Emilia Romagna e le mafie nel Veneto e quella cinese a Prato sono stati gli argomenti trattati a tutto tondo al Convegno “Fare le Mafie Fuori. L’incontro, che si è tenuto nel week end presso la sede dell’Università in via Verdi, ha altresì approfondito quali sono i nuovi territori delle Mafie e le “strategie di contrasto”.
Si è parlato del fenomeno di migrazione delle mafie dai luoghi d’origine al Nord con un legame che però non viene mai reciso e della loro riconfigurazione soprattutto per quanto riguarda gli attori, opportunità e regole di funzionamento.
La maggiore protagonista di queste trasformazioni è la ‘ndrangheta che occupa una posizione predominante nello scenario criminale delle regioni centro-settentrionali il cui obiettivo principale è quello di stabilire un maggior coordinamento tra le mafie “locali” al Nord e la casa madre nei territori del Sud.
C’è però una differenza tra le modalità utilizzate dalla ‘ndrangheta e quelle di Cosa Nostra.
Nel primo caso sono state create al Nord, con riti di affiliazione e con il reclutamento di nuovi adepti calabresi emigrati lì, mentre nel secondo è avvenuto uno spostamento di singoli individui per promuovere affari in un ambiente più favorevole, un infiltrazione questa “sotto traccia”.
E’ stato toccato l’argomento corruzione che è stato sempre uno dei mezzi utilizzato dalle organizzazioni criminali per infiltrarsi nelle pubbliche amministrazioni e quindi inserirsi per gestire i grandi appalti. Ed è stata sottolineata la cooperazione tra gruppi criminali.
Il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Torino, Alberto Perduca, ha parlato a lungo del 416 bis, l’associazione di stampo mafioso, e della sua attualità nonostante gli anni, precisando, però, che dovrebbe essere rivisto per quanto riguarda i nuovi tipi di nuovi fenomeni: le mafie silenti, le mafie straniere e le mafie nuove.
Perduca ha poi sottolineato quanto siano vitali le nostre mafie negli altri Paesi dove, però, quasi in tutti Europa non esiste una legislazione specifica antimafia e dove il contrasto al fenomeno dovrebbe passare attraverso una cooperazione giudiziaria, soprattutto per aggredire i patrimoni criminali.
E l’Antimafia? Parlandone il Procuratore Capo di Torino, Armando Spataro ha detto: “Compete a tutti, ognuno il suo”.