“Grazie Presidente per la sua presenza qui. Siamo felici di averla tra noi, tra i sindaci, tra coloro che ogni giorno lavorano per il Paese dando le proprie migliori energie per essere all’altezza delle aspettative di chi li ha eletti.
Tutti i cittadini, infatti, di qualunque colore politico, vanno dai loro sindaci. Non c’è problema che non passi per le loro scrivanie.
Sono stati tre giorni di dibatto intenso e vero, consapevole,orgoglioso e oggi cerchiamo di farne la sintesi.
Siamo di fronte a un cambio di passo. Per la prima volta da sette anni siamo di fronte a una legge di stabilità che non taglia le risorse ai comuni.
Avevamo chiesto al Governo di inaugurare una fase nuova, che ci mettesse in condizione di riprendere gli investimenti. Ed è successo. Libera avanzi di bilancio, non ci penalizza; certo non risolve tutto, e l’Anci, che e una organizzazione di sindaci, l’ha evidenziato.
Abbiamo segnalato che le province, oggi istituzioni di secondo grado, non hanno abbastanza risorse e che il blocco del turnover al 25 per cento del personale può penalizzare i piccoli comuni.
I comuni non sono tutti uguali. Siamo in un paese dove ci sono 5000 comuni con meno di 5000 abitanti e tremila comuni con meno di tremila, non si possono usare le stesse misure. Nulla peggio che fare parti uguali tra parti disuguali.
Al termine di questi tre giorni sono diversi i punti su cui abbiamo discusso e su cui dobbiamo lavorare: Mezzogiorno, legalità,accoglienza dei rifugiati, università e formazione. Tutti temi su cui i comuni sono legati da un filo rosso.
I comuni sono pronti al patto per rilanciare lo sviluppo del Paese. Un patto Comuni-Governo. Non siamo mossi da spirito corporativo e siamo consapevoli del ruolo che giochiamo. Siamo pronti a un patto per condividere politche e rilanciare il paese, nell’interesse dei cittadini.
Diceva Bernard Shaw: ci sono uomini che davanti alle difficoltà dicono perché? E quelli che di fronte alle difficoltà dicono “perché no?” Noi siamo quelli del “perché no?”.