di Mauro Gentile
Mantenere viva la memoria di uno tra i periodi più bui e difficili per l’Italia contemporanea: quegli “anni di piombo” che hanno drammaticamente segnato un decennio della storia del nostro Paese e durante i quali, solo a Torino, tra il 1975 e il 1982, furono diciannove le persone uccise e altre settanta quelle ferite. Non dimenticare e fare in modo che quanto è accaduto tra gli anni Settanta e primi anni Ottanta incoraggi oggi nei giovani lo sviluppo di una coscienza critica verso il fenomeno del terrorismo e le diverse forme di radicalizzazione violenta.
Conservare il ricordo, diffondere la conoscenza e fare in modo che anche le giovani generazioni facciano tesoro di quelle tragiche esperienze affinché non si ripetano, mai più. Celebrando il trentennale dell’associazione nata come organizzazione regionale e poi divenuta nazionale, è quanto si propone l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’Eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato (Aiviter), organizzando per sabato 7 novembre una giornata di incontri, proiezioni ed esecuzioni di brani musicali nella Sala di Colonne di Palazzo di Città, dove sarà allestita anche la mostra “Anni di piombo, per non dimenticare”, curata da Luca Guglielminetti e che potrà essere visitata fino al 14 novembre.
Tra gli appuntamenti dell’iniziativa dedicata ai trent’anni di Aiviter, da segnalare la proiezione dei film documentario “Anni spietati Torino”, il dibattito sul tema “Il disturbo post traumatico da stress e le vittime del terrorismo” e, a conclusione della giornata, la commemorazione delle vittime e la proiezione di un concerto per coro e orchestra, composto espressamente dal maestro Massimo Coco, figlio del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Genova Francesco Coco, ucciso dalle Brigate Rosse. La composizione, intitolata “Beati qui”, è dedicata ai caduti degli “anni di piombo” e d’ogni altro terrorismo.
Tra gli interventi previsti quelli del presidente di Aiviter, Roberto Della Rocca, del sindaco di Torino, Piero Fassino, dell’ex Procuratore capo della Repubblica di Torino, Giancarlo Caselli, del giornalista Luciano Borghesan e dello scrittore Giovanni Fasanella.
Sul trentennale impegno dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo, il presidente Aiviter, Roberto Carlo Della Rocca, ha ricordato questa mattina nel corso della presentazione alla stampa dell’iniziativa che “sono stati trent’anni dalla parte delle vittime, troppe volte in salita, senza riuscire ad avere completa verità e giustizia. Le indagini e i risultati processuali – ha detto Della Rocca – toccarono solo in minima parte migliaia di soggetti che, direttamente o indirettamente avevano contribuito a disseminare odio e sangue per oltre un decennio nel nostro Paese. Troppo spesso abbiamo visto colpevoli di pluriomicidi scarcerati dopo pochissimi anni e troppi complici mai identificati e perseguiti: una grande amarezza ha segnato le vittime sopravvissute e i familiari dei caduti, non per desiderio di vendetta, ma di verità e giustizia”.