Empatia nei confronti del personale, buona qualità nei rapporti, attenzione alle dinamiche famiglia-ufficio con la sperimentazione di orari flessibili, di part-time, del telelavoro, con assistenza al rientro dopo lunghe malattie, non sono che attestati di civiltà e un investimento virtuoso che azzera l’assenteismo, gli infortuni, alimentando motivazione e impegno.
A cinque anni dall’istituzione del Comitato unico di garanzia introdotto dalla legge 183 del 2010, è tempo di bilanci. Si tratta di organismi obbligatori per le Pubbliche amministrazioni, operano per prevenire i conflitti e preservare dalla violenza morale o psichica i luoghi di lavoro. Questa mattina un attento pubblico di amministratori pubblici ha gremito il Salone d’Onore del Castello del Valentino per il confronto a tutto campo tra i rappresentanti dei comitati di 13 istituzioni pubbliche (Agenzia per la mobilità metropolitana e regionale, Agenzia Territoriale per la casa, Città della Salute e della scienza, Ordine Mauriziano, Asl TO1 e TO2, Arpa Piemonte, Camera di Commercio, Città Metropolitana, Comune di Torino, Politecnico, Università e Regione Piemonte) che si sono costituiti in rete per la diffusione e la condivisione di buone prassi. Come quella innestata al Comune di Torino, che vanta una tradizione decennale nell’interlocuzione con i Comitati pari opportunità “nella positiva pressione incisiva e morale”, come ha sottolineato Gianguido Passoni, responsabile delle risorse umane di Palazzo Civico: “Potremmo non a torto definirci gli antesignani delle buone pratiche all’interno del Municipio. Siamo andati al di là del perimetro legislativo nella valutazione del benessere lavorativo – ha spiegato -. Siamo attenti ai rischi del fumo passivo come del mobbing, al burn-out e alle discriminazioni”. Passoni ha anche spiegato come una solida iniezione di fiducia sia venuta attraverso la formazione alla prevenzione, con 120 ore di lezioni in tre anni, ricercando all’interno dell’ente monitori competenti e motivati, con il risultato che “un quarto dei diecimila dipendenti, due terzi dei quali donne, hanno ottenuto una formazione fiore all’occhiello, presa a modello dalla Protezione civile nazionale”.
I Cug cittadini si prodigano per valorizzare il benessere dei 45 mila lavoratori e lavoratrici delle amministrazioni pubbliche torinesi agendo contro le discriminazioni e prodigandosi nell’estensione delle pari opportunità. Nella convinzione consolidata e diffusa che un ambiente di lavoro sereno è condizione essenziale per assicurare servizi alla collettività efficienti e produttivi. Interessandosi alla persona-lavoratore nella sua integrità, com’è nel caso esemplare del Politecnico di Torino, con l’apertura prossima di una scuola materna, dopo la felice esperienza del nido (“Policino”) e del supporto a domicilio dei genitori più anziani dei propri dipendenti. Esemplare l’intervento della psicologa del lavoro Daniela Converso: “In periodi di crisi come questo ci sentiamo spesso ripetere che parlare di benessere sul posto di lavoro appare come quell’azione futile di lucidare i pomelli d’ottone quando la casa brucia. Tutt’altro. Il lavoro non deve logorare le persone, non deve causare il crollo della motivazione”.
Sulla complessità delle relazioni l’Unione Europea ha posato gli occhi: il malessere lavorativo causa un danno stimato di 240 miliardi di euro all’anno.
Alla presenza di Giovanna Martelli, consigliera in materia di pari opportunità del Presidente del Consiglio dei Ministri e di Francesca Bagni Cipriani consigliera nazionale di parità, sono stati approfonditi i temi legati alla qualità della vita organizzativa dei dipendenti, alla luce naturalmente della realtà torinese, laboratorio di innovazione sociale di eccellenza nel nostro Paese.
A rappresentare il Comune di Torino, oltre a Passoni, sono interventi gli assessori Ilda Curti e, in rappresentanza dell’Agenzia metropolitana per la mobilità, Claudio Lubatti.
Sostenere un clima organizzativo che favorisca l’innovazione, liberando energie e capacità presenti negli uffici, in corsia, agli sportelli e negli atenei migliorandone l’organizzazione, includendo nelle politiche del personale, azioni che prendano in considerazione le differenze tra le condizioni, le situazioni e le esigenze delle donne e degli uomini è uno degli strumenti che – portato a sistema – potenzia il benessere, migliorando l’efficienza collettiva.
A fine mattinata è stata presentata e sottoscritta dai vertici degli enti aderenti alla rete, la Carta d’intenti. Un impegno concreto per sostenere e rafforzare il lavoro del Comitato unico di garanzia.