di Mariella Continsio
Nata tre anni fa Teacher Assistant, l’iniziativa proposta da Wep (organizzazione intrnazionale che promuove scambi culturali e linguistici nel mondo) è diventata best practice di successo. I numeri parlano chiaro: 14mila studenti coinvolti insieme a 93 istituzioni scolastiche del Piemonte. Il progetto prevede l’inserimento nelle scuole di ragazzi stranieri che affiancano, per un periodo di 12 settimane, gli insegnanti di lingua durante le lezioni: un’opportunità per gli studenti di conoscere in modo diretto e approfondito il Paese di cui stanno imparando la lingua.
Un’esperienza molto positiva, dunque, sia per le scuole superiori, che ne sono stare le prime protagoniste, sia per le medie e le elementari, che dallo scorso anno hanno partecipato al programma. I giovani insegnanti di madrelingua inglese, francese, tedesca e cinese sono selezionati da Wep, spetta, invece, alle scuole organizzarne l’ospitalità nelle famiglie.
Quest’anno i teacher assistant sono 60 a fronte di un numero di richieste delle scuole che sono triplicate rispetto al trimestre settembre/dicembre dello scorso anno. Si tratta di una collaborazione tra pubblico e privato che ha portato a risultati vincenti tanto che Wep ha deciso di monitorare l’attività con l’ausilio di ricercatori del dottorato in valutazione dei processi e dei sistemi educativi dell’Università di Genova, coordinati da Michela Freddano.
Questa mattina i risultati della ricerca sono stati presentati nel corso dell’incontro “A scuola con i teacher assistant di Wep: esempio virtuoso di sinergia fra pubblico e privato”, che si è svolto nell’aula magna del Politecnico di Torino. Qui i giovani stranieri hanno incontrato le famiglie che li ospiteranno.
Il rapporto ha evidenziato i punti di forza e di debolezza del progetto. I ragazzi sono convinti che la conoscenza di una o più lingue straniere li aiuterà a trovare lavoro, sono interessati a svolgere un’attività dove si parla una lingua inglese e hanno una maggiore motivazione nello studio delle lingue, soprattutto, grazie al rapporto con i teacher assistent. Gli insegnanti hanno messo in evidenza un clima di apprendimento migliore, il maggiore coinvolgimento tra studenti e giovani stranieri, la possibilità di confrontarsi con culture diverse da quelle di appartenenza, mentre per i dirigenti scolastici è importante la gratuità del progetto, l’introduzione di approcci didattici innovativi, la collaborazione di giovani assistenti di madrelingua. Infine il coinvolgimento delle famiglie che hanno sottolineato il rapporto positivo e stimolante fra gli studenti e il teacher assistant a scuola.
Non ci sono criticità per gli studenti, mentre i teacher assistant lamentano l’eccessivo numero delle classi loro affidate e la difficoltà nella loro gestione, lo scarso uso della tecnologia. Gli insegnanti sottolineano la difficoltà di reperire esclusivamente famiglie di alunni disponibili a ospitare i teacher assistant; mentre i dirigenti scolastici sottolineano la limitata durata del progetto e la necessità di avere una maggiore formazione dei giovani studenti stranieri. Per i genitori è impegnativo avere ospiti e instaurare un rapporto di fiducia in breve tempo, così come avere a disposizione solo il weekend stare con loro.
All’incontro ha partecipato Mariagrazia Pellerino, assessora alle Politiche educative della Città che ha raccontato l’esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato. Si tratta del progetto “Scuola dei Compiti”, promosso dalla Città di Torino per il recupero scolastico di ragazzi in difficoltà che con l’aiuto di tuor selezionati dall’Università e dal Politecnico e la supervisione dei docenti responsabili della scuola dove si svolge il progetto raggiungono il successo scolastico. Oggi 31 scuole su 40 hanno partecipano all’iniziativa che si è consolidata dopo tre anni di esperienza.