La libertà si conquista anche con il software

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di Mauro Marras

Non parlategli di “opensource”, ma di software libero. Evitate il termine “cloud”, preferite “other people computer”. E soprattutto, si dice “Gnu Linux”, non soltanto Linux.

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Richard Stallman e Piero Fassino

Se rispetterete queste piccole regole del suo galateo personale, Richard Stallman si presenterà un amabile divulgatore cui piace parlare a lungo e cercare il modo migliore per farsi capire. E per far capire la sua filosofia. Per Stallman, solo il software libero è sicuro e garantisce la libertà d’utilizzo e di comunicazione. Il software proprietario è “soggiogante” (usa il termine italiano), anche perché il suo uso rende gli utilizzatori dipendenti da competenze extra, depauperando il patrimonio di conoscenze acquisite, siano essi persone o complessi di persone.

Nell’incontro avvenuto oggi a Palazzo civico con il sindaco, Stallman ha ribadito la sua visione politica della rete e dei suoi terminali di accesso: un mondo soggiogato dalle grandi aziende informatiche, che attraverso i loro programmi limitano la libertà d’utilizzo degli utenti che diventano clienti di servizi e condizionati nel loro utilizzo a un controllo continuo delle proprie attività, dei propri dati, della propria identità. Solo il software libero rende liberi gli utenti.

Perché Stallman è a Torino? La Città sta compiendo una vera rivoluzione per quanto riguarda il suo “Sic” (Sistema informativo della Città): attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro ha disegnato una via d’uscita dal software proprietario e l’avvio di un nuovo Sistema interamente libero. “Il controllo della rete e dei programmi è una priorità della democrazie – ha detto Piero Fassino durante l’incontro con la stampa – la possibilità di utilizzo per le pubbliche amministrazioni di sistemi informatici in modo libero è una battaglia culturale e sociale che investe tutti e, in particolare, le relazioni tra operatori e utenti del web; questo è oggi sempre più uno spazio di espressione libera e democratica, luogo di confronto e di affermazione identitaria”.

Nato a New York nel 1953, Richard Stallman è il principale esponente del movimento per il software libero. Nel giugno del 1971, al primo anno da studente all’università di Harvard, Stallman diventò un programmatore al laboratorio IA (Intelligenza Artificiale) del Mit di Boston. Qui prese parte alla comunità degli hacker, dove era conosciuto con la sigla “rms”. Stallman si laureò ad Harvard con lode in Fisica nel 1974. Nel 1977 trovò un modo per decrittare le password di accesso al sistema informatico del Mit. Quando le case di produzione di computer cominciarono a vendere software con copyright e licenze restrittive, Stallman prese una via radicalmente opposta, condividendo il suo lavoro con gli altri in pieno spirito di collaborazione.

Stallman rifiutò un futuro dove avrebbe dovuto firmare accordi di non divulgazione per non condividere codici sorgente o informazioni tecniche con altri sviluppatori di software e compiere altre azioni simili che considerava tradimenti dei suoi principi. Scelse invece di condividere il suo lavoro con altri, in quello che considerava un classico spirito di collaborazione. Stallman sostiene che gli utenti di software dovrebbero avere la libertà di “condividere con i loro vicini” e di essere in grado di studiare e fare modifiche al software che loro usano, e ritiene che la libertà sia vitale per il bene degli utenti e della società come un valore morale, e non solo per ragioni pragmatiche come sviluppare in qualche modo un software tecnicamente superiore.

Nacquero così il primo sistema operativo libero (Gnu, compatibile con Unix), la corporazione no-profit Free Software Foundation. Nel 1989 lancia il primo programma indipendente sotto licenza Gpl (General Public Licence). Sua nel 1999 l’idea di un’enciclopedia libera on-line con invito al pubblico a contribuire con articoli, che poi divenne Wikipedia.