di Annamaria Garbero in collaborazione con la redazione di Torino Click
Trent’anni fa, nella notte fra il 18 e il 19 settembre, si spegneva a Siena, una delle figure simbolo della cultura italiana, Italo Calvino, autore fra i più rappresentativi del XX secolo, amato e celebrato anche all’estero, come testimoniano le traduzioni dei suoi libri in 45 lingue e in 64 paesi. Un uomo che “con la sua immaginazione e il suo lavoro, ha voluto contribuire all’autocostruzione continua dell’universo”.
Nato il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, vicino a L’Avana (Cuba), dove il padre dirigeva una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola di agraria e la madre esercitava la professione di botanica, ricevette un’educazione rigorosamente laica.
Esordì nel 1947 con Il sentiero dei nidi di ragno, che lo rivelò il più giovane e dotato fra gli scrittori neorealisti e che, unitamente ai racconti di Ultimo viene il corvo (1949), trasse origine dall’esperienza della Resistenza. L’ingresso definitivo nell’Olimpo letterario avvenne nel 1960 con la pubblicazione della celebre trilogia I nostri antenati, composta da Il visconte dimezzato, Il cavaliere inesistente e Il barone rampante, caratterizzati da immagini ossessive, un uomo dimezzato, un ragazzo che decide di vivere sugli alberi, un’armatura vuota, con le quali in qualche misura egli stesso si identificava.
E proprio il tema dell’identità connotò il pensiero e lo stile dello “scoiattolo della penna”, come affettuosamente lo definì Pavese, durante l’intero corso della sua vita di scrittore, perennemente in bilico tra fiaba e realtà, tra l’esigenza di combattere una lotta politica e quella di leggerezza, con quel “pathos della distanza” nei confronti del reale, in cui si riconosceva osservatore distante ma appassionato. Nel 1956 vennero pubblicate Le fiabe Italiane, opera in cui raccolse, riordinò e anche tradusse 200 fiabe della tradizione popolare: un patrimonio ricchissimo per varietà, limpidezza e fantasia, che gli valse la definizione di “Grimm italiano”.
Intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, sebbene influenzato dalle principali tendenze letterarie del suo tempo, dal Neorealismo al Postmoderno, riuscì a mantenerne nel contempo una certa distanza, compiendo un personale e coerente percorso di ricerca. Il rapporto fra l’uomo e i suoi simili nella società “avanzata”, è testimoniato dal romanzo La giornata di uno scrutatore (1963), mentre le ultime opere, da Le città invisibili (1972) a Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979) a Palomar (1983), una serie di racconti ricchi di “disillusa amarezza”, risultano caratterizzate da una rappresentazione narrativa apparentemente più schematica e scarnificata.
Consapevole dell’importanza dei vari mezzi comunicativi a sua disposizione in una società sempre più mediatica, anche grazie alle varie esperienze editoriali che gli consentirono di rivestire contemporaneamente più ruoli, Calvino si è affermato come una continua, discreta presenza nel panorama della critica (“Il massimo tempo della mia vita l’ho dedicato ai libri degli altri, non ai miei”) e della cultura italiana. Insignito di varie onorificenze e vincitore di numerosi premi letterari, subito dopo la sua morte, su iniziativa di un gruppo di amici fra cui Natalia Ginzburg, Norberto Bobbio, Lalla Romano, Cesare Segre, Massimo Mila, in suo ricordo fu istituito il Premio Italo Calvino, dedicato alle opere prime di narrativa.
Di Torino, città che amò molto e a cui la sua immagine risulta indissolubilmente legata, disse: “E’ una città che invita al rigore, alla linearità. Allo stile. Invita alla logica, e attraverso la logica apre la via alla follia”. E la città, con le sue Biblioteche civiche che una splendida sede a lui hanno intitolato, lo ricorda domani, sabato 19 settembre dalle ore 11 alle ore 17, con una maratona di letture presso la Biblioteca civica Centrale, in via della Cittadella 5, in collaborazione con Ocra Lab.
L’iniziativa prevede la possibilità di leggere anche in altre biblioteche o nei propri “luoghi del cuore”, postando il proprio video con letture e pensieri sulle pagine Facebook:
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