di Gino Strippoli
Il Polo del ‘900 è quasi pronto. Mancano pochi mesi (a ottobre ci sarà il trasferimento dei vari uffici, che a novembre saranno operativi) alla sua apertura nell’edificio di via Del Carmine 14 angolo corso Valdocco, che fu tra il 1716 e il 1728 caserma per la fanteria di Vittorio Amedeo II. Il Palazzo Juvarriano presto diventerà custode di libri, documenti e testimonianze di varie Fondazioni, associazioni e istituzioni culturali (Gramsci, Gobetti, Donat Cattin, Vera Nocentini, Archivio nazionale di cinematografia della Resistenza, associazione culturale Antonicelli, Istituto Gaetano Salvemini, Istituto per la storia della Resistenza, Rete italiana lettura popolare, Ismel).
Sull’attuale cantiere è presente una scritta che racconta esattamente cosa sarà il Polo del ‘900: “ L a storia apre le porte al futuro”, ovvero a un centro per la tutela e la diffusione dei valori di cittadinanza e di democrazia. L’intervento di recupero funzionale dell’edificio è stato realizzato dalla Città di Torino con la Regione Piemonte e la Compagnia San Paolo.
La V Commissione Cultura della Città ha fatto visita al cantiere per vedere lo stato di avanzamento dei lavori. “La scelta di creare a Torino un’istituzione dedicata alla memoria e alla cultura del lavoro, dell’impresa e dei diritti sociali, nasce – ha detto il presidente Luca Cassiani – da un confronto tra più Enti e le Associazioni interessate, da cui è emersa l’esigenza di riunire in un’unica raccolta le documentazioni esistenti, relative alle trasformazioni sociali del territorio dal punto di vista storico, culturale e patrimoniale, collocata in una sede appropriata”.
Ben presto 300 mila libri saranno collocati in una sorta di Torre Libraria (biblioteca e archivio) tra il secondo e il terzo piano. Il Polo sarà dislocato su 6 livelli, con ben 8 km lineari di archivio.
La maggior parte delle attività saranno distribuite nella manica di corso Valdocco (uffici nei piani superiori mentre a pian terreno e primo piano saranno destinate a esposizione e sala lettura e consultazione). Nella manica di via San Domenico, troveranno collocazione lo scalone Juvarriano e le aree di servizio annesse, che formeranno così un elemento di cerniera tra la manica di corso Valdocco e quella d’angolo con via dei Quartieri, destinata prevalentemente a ospitare gli archivi.
Il piano interrato sarà utilizzato per lo più ad ospitare le parti tecnologiche, un archivio compatto ed un piccolo spazio accessibile al pubblico.