di Antonella Gilpi
Il Caffè Platti, che dopo un momento di empasse è ormai vicino alla riapertura fissata per lunedì prossimo 10 agosto, nacque nel 1875.
Il locale fu oggetto di restyling all’insegna di quel Liberty che, proprio a Torino, si affermò in occasione dell’esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna del 1902.
Gli stucchi a soffitto stile Impero, il bancone, le boiserie e le scaffalature a giorno ornate di fregi e ottoni del locale adibito a Confetteria furono ridisegnate nel 1910 dalla ditta Valabrega.
Tra il 1910 e gli anni ’30, fu poi rimodernata la caffetteria con l’annessa sala da thè. Ambienti luminosi dai toni pastello, impreziositi da decori barocchi e spunti Decò, vetri e specchi incisi, lampadari e applique, tavolini dell’800, in ghisa con piano in marmo, un tempo collocati nel déhors sul viale, e tavolini tondi in marmo rosso di Verona.
Tra i suoi clienti più affezionati, Luigi Einaudi, docente universitario e poi Presidente della Repubblica che amava sedersi sempre allo stesso tavolino per leggere, il senatore Giovanni Agnelli, grande estimatore delle sue meringhe, Giovanni Giolitti e lo scrittore Cesare Pavese.
Troviamo anche alcuni studenti del licei classico D’Azeglio, gli stessi che nel 1897, seduti sulla panchina dinnanzi al locale, fondarono la squadra della Juventus.
Tra i personaggi di oggi dello spettacolo si possono trovare Barbareschi e Chiambretti.
Dal 1999 ospitava nelle vetrine alcuni pezzi della collezione del Museo delle Marionette che cambiavano ogni mese.
Le specialità erano paste di meliga e gianduiotti.