Il Museo della Frutta è una piccola ma importante bomboniera espositiva realizzata dalla Città grazie all’acquisizione della collezione di frutti artificiali modellati da Francesco Garnier Valletti.
Inaugurato nel febbraio 2007 questo curioso spazio espositivo custodisce al suo interno una collezione di più di mille frutti artificiali plastici (1021 per essere precisi), foggiati a fine 800: una collezione pomologica conservata della quale fanno parte centinaia di varietà di mele, pere, pesche, albicocche, susine e funghi, riprodotti fedelmente. Il ‘Francesco Garnier Valletti’, inoltre, custodisce anche un importante patrimonio bibliografico e materiale dell’archivio storico grazie al quale svolge un ruolo didattico di informazione e promozione diventando un importante riferimento per enti e istituzioni di ricerca, di studio e di salvaguardia della biodiversità naturale come, ad esempio, la Scuola Teorico Pratica Malva Arnaldi di Bibiana con la quale ha appena sottoscritto un protocollo d’intesa (valido fino al 31 dicembre 2015).
La Scuola, che ha un ruolo fondamentale in ambito culturale per la difesa della biodiversità frutticola e agroalimentare, per il recupero e la valorizzazione delle varietà locali e per lo studio dei processi di trasformazione della frutta locale e le relative tecniche agronomiche, ha realizzato per Expo 2015 il progetto “Nutrire il pianeta… di biodiversità e cultura. Una connessione tra i siti storico-museali torinesi e l’enogastronomia d’eccellenza”. Un lavoro che è partito da un’approfondita e accurata ricerca nei sistemi archivistici torinesi e nelle opere d’arte che in qualche modo richiamano alla pomologia e all’ampelografia e ha usato come oggetto d’indagine sia il materiale storico (statuti comunali, documentazione archivistica…), sia dati più recenti. Quanto emerso è frutto di un accurato raffronto con la collezione di vecchie varietà della scuola Malva, con i dati raccolti in anni di studi sulle piante, sui frutti, sui vini, con le peculiarità di ciascuna varietà. Affiorano interessanti informazioni sull’importanza che questi assortimenti hanno avuto nel passato e sul ruolo che ricopriranno nel futuro per le loro caratteristiche genetiche.
L’iniziativa intrapresa dalla Scuola Malva Arnaldi trova dunque rispondenze nelle finalità e funzioni svolte dal Museo della Frutta che, grazie al protocollo, presterà la sua collaborazione e il suo sostegno alle attività culturali, educative e didattiche della scuola.
I risultati della ricerca archivistica effettuati dalla Scuola di Bibiana saranno trasferiti su supporti e in formati di facile consultazione: chiunque potrà accedervi con tablet e smartphone. Un modo originale e innovativo per ridare lustro e rendere di nuovo attuale la gloriosa frutticoltura e viticoltura del passato e per riaffermare il ruolo centrale che la Torino Sabauda ha avuto nella storia moderna.