La progettazione della ciclopista di corso Francia, per ora attuata solamente nel tratto tra piazza Statuto e piazza Bernini, è stata sviluppata in linea con le “Norme tecniche per la progettazione e segnalazione di piste e percorsi ciclabili in sede urbana ed extraurbana” approvate dalla Giunta Regionale il 26 maggio del 1997.
Queste norme non prevedono elementi verticali di protezione delle ciclopiste ma stabiliscono che, se sono adiacenti ad una strada a senso unico, siano costruite a una altezza superiore a quella della carreggiata, e che la differenza di livello sia realizzata con un profilo arrotondato. L’altezza del gradino con lo spigolo arrotondato è stata poi contenuta per consentire l’attraversamento dei disabili in carrozzina poiché tutto il lato sinistro della carreggiata, corrispondente alla banchina alberata, è un’area di parcheggio.
La protezione dei ciclisti sta proprio nel cordolo che separa la pista dalla carreggiata per le auto: gli automobilisti infatti possono percepire di invadere la pista ciclabile anche senza trovare un gradino alto, che potrebbe essere un pericolo maggiore proprio chi va in bicicletta (in ogni caso il dislivello non deve superare i 10 centimetri).
L’allineamento dei dissuasori e dei pali dell’illuminazione pubblica (a più di trenta centimetri dal limite della pista e molto visibile per il contrasto di colore con la pavimentazione chiara) è stato pensato non tanto per proteggere i ciclisti ma per evitare l’invasione della zona pedonale da parte delle auto e delle biciclette.
Le precauzioni prese per separare i flussi sono ancora superiori a quelle che normalmente sono usate nelle zone 30, e per ridurre la velocità delle auto la carreggiata è attraversata da fasce di cubetti che fanno percepire un ostacolo ed è stata limitata a tre metri di larghezza.
Il problema di quei controviali è in realtà la sosta abusiva, che costringe le auto ed a volte i ciclisti a deviare dalla carreggiata o dalla pista ciclabile.