di Mariella Continisio
Migliorare la qualità del cibo con alimenti sani, buoni, sostenibili e legati alle tradizioni e al territorio. E’ questo il tema affrontato nei seminari realizzati nell’ambito del progetto “Nutrire Torino Metropolitana”. Questa mattina al campus della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino a Grugliasco, si è svolto l’incontro conclusivo dell’iniziativa nel corso del quale sono stati presentare i risultati delle prime due giornate di studio e confronto e approfonditi alcuni argomenti che saranno inseriti nell’Agenda del Cibo.
Si tratta di argomenti che spaziano dall’educazione alimentare alla formazione, dalla conoscenza alla distribuzione, dall’organizzazione delle filiere alla tutela ed all’uso del suolo agricolo, alle politiche alimentari integrate.
Definita nel dettaglio, l’Agenda sarà posta all’attenzione delle istituzioni locali e consentirà – in continuità con il lavoro di Torino Strategica su “Torino capitale del cibo” – di fare emergere idee, progetti, esperienze innovative, che potranno essere accompagnate e sostenute attraverso fondi europei o regionali o sponsorizzazioni pubbliche e private. L’Agenda sarà inoltre parte integrante del Piano Strategico del quale nei prossimi mesi si doterà la Città Metropolitana di Torino.
L’iniziativa è promossa dalla Città Metropolitana, dal Comune e dai dipartimenti di Scienze Agrarie e Forestali e di Scienze Politiche e Società dall’Università.
“La priorità è garantire l’accessibilità del cibo di qualità, che non deve essere una nicchia commerciale e produttiva per una élite – ha sottolineato Mariagrazia Pellerino, Assessora alle Politiche educative della Città intervenendo all’incontro di questa mattina -. I presidi Slow Food hanno iniziato ad introdurre un nuovo concetto di qualità, che non deve essere considerata un privilegio per pochi. Essa deriva da come si produce, dal metodo, dall’approccio che si ha, perché il cibo di qualità ha più dimensioni: quella sensoriale, quella relativa all’equità nella produzione, distribuzione e consumo, quella della sostenibilità. Bisogna imparare a consumare di meno e meglio ed a cercare il cibo più genuino”.