di Silvia Bruno in collaborazione con la redazione di Torinoclick
Assaporare i cibi senza vedere cosa si ha nel piatto, parlare con i vicini di tavolo senza conoscerne il volto, il tutto affidandosi esclusivamente a sensi che sovente sottovalutiamo, come l’udito, il gusto o l’olfatto: è l’esperienza della “Cena al buio”, organizzata dalla Polisportiva dell’Unione Ciechi e Ipovedenti di Torino (link http://www.polisportivauictorino.it) per domani 8 maggio alle 20 alla Taverna del Priore, nelle sale del Chiostro adiacenti alla Basilica della Consolata, in via Maria Adelaide 2. L’iniziativa in realtà è mensile e per questo mese viene realizzata al termine della conferenza stampa (in programma per le 19) di presentazione del torneo internazionale di torball (un gioco a squadre per non vedenti) che si svolgerà il 23 maggio per Torino Capitale Europea dello Sport.
È fondamentale sottolineare che in un evento del genere l’espressione “al buio” è da prendere alla lettera: l’esperienza inizia anche prima di mangiare e i partecipanti vengono accompagnati da persone non vedenti – gli stessi che poi faranno i camerieri – in un ambiente completamente oscurato, dove sono fatti sedere al tavolo e viene spiegato loro, soprattutto attraverso il tatto, dove si trovano piatti, posate e bicchieri. La stanza deve essere quindi assolutamente buia (condizione non facile da creare al giorno d’oggi) e per i commensali sono banditi cellulari, tablet e ogni possibile fonte luminosa.
Il buio è buio, c’è poco da dire ed effettivamente ci vuole qualche minuto per iniziare ad abituarsi a questa condizione che sperimentiamo, forse, solo prima di addormentarci. Chi scrive ha vissuto di persona questa sensazione particolarissima di essere normalmente svegli in un ambiente totalmente buio, ma dopo i primissimi secondi di – ammettiamolo – timore, subentra la curiosità di vedere anzi, capire, percepire, cosa succede intorno a noi, davanti a noi e nel piatto: ci si concentra così di più sull’udito, facendo maggiormente attenzione a ogni voce, a ogni suono che si riesce a cogliere. Quando poi arriva la prima portata, entrano in gioco l’olfatto… e il tatto, perché quasi inevitabilmente si finirà con le dita nel cibo, cercando di capire di cosa si tratta e se sia necessario tagliarlo o meno. È la parte più divertente di una cena al buio: condividere con gli altri le proprie sensazioni, chiedere al vicino di tavolo – che magari si conosce, ma lo si deduce solo dopo un po’ – se secondo lui si tratta di penne al pomodoro o al ragù, di spinaci o zucchine, di torta alla nocciola o al cioccolato. Senza parlare del bere: i ciechi (che non hanno nessun problema a essere chiamati così) insegnano a versare da bere nel bicchiere fino a quando il liquido non tocca la punta del dito appoggiato sul bordo. Sembra facile ma non lo è… e che bello cercare di capire quale vino si stia gustando solo attraverso il gusto e l’olfatto.
Ogni cena al buio è chiaramente una provocazione, orchestrata da chi ha trasformato la sua forzata convivenza quotidiana con il buio in un habitat di sensazioni positive, per far capire che anche senza la luce si può stare bene se non, in alcuni casi, addirittura meglio.
Partecipare alla cena di domani sera ha un costo di 15 euro (prenotazioni ai numeri 338 9377852 e 338 2018093) e il ricavato andrà interamente a finanziare le attività sportive e ricreative della Polisportiva.