Nel lungo fine settimana del 1° Maggio ben 110mila persone hanno visitato i musei torinesi. Un successo che coinvolge tutte le esposizioni, come testimoniano i dati: 25mila biglietti alla Reggia di Venaria, 19.400 al Museo Egizio, 13mila al Museo del Cinema, 12.500 al Polo Reale, 7mila al Museo dell’Automobile, 5200 alla Gam, 4500 a Palazzo Madama, 2600 al Mao e 3400 al Museo del Risorgimento, per citare i maggiori musei. Un successo sottolineato dal sindaco, Piero Fassino, nell’articolo che segue, pubblicato oggi anche da alcuni quotidiani.
E’ davvero emozionante in queste settimane passeggiare per Torino.
Piazze e vie affollate da turisti che, cartine alla mano, scoprono la città, i suoi monumenti, i suoi palazzi. All’ingresso di ogni museo lunghissime file di visitatori pazienti. Le cifre ne danno la misura: in 15 giorni oltre 250.000 fedeli hanno venerato la Sindone; in un mese già 120.000 visitatori sono entrati nel nuovo Museo Egizio; nei tre giorni del ponte di Pasqua sono stati staccati dai musei torinesi 110.000 biglietti di ingresso. Da Venaria a Palazzo Madama, dalla Galleria d’Arte Moderna al Mao, da Palazzo Chiablese a Stupinigi,dal Polo Reale al Museo del Cinema, dal Museo dell’Auto a Rivoli e alle Fondazioni di arte contemporanea (Sandretto, Merz, Fico) ovunque si registrano ogni settimana presenze record. Molti alberghi conoscono il tutto esaurito e non meno affollati sono ristoranti e negozi.
Emerge cosi in questi mesi il frutto di una scelta compiuta in questi anni con grande determinazione ( e guardata all’inizio da non poco scetticismo). Investire in cultura, facendone un tratto di identità della “ nuova Torino”, si rivela essere stata scelta lungimirante e giusta. E l’attrattività culturale è oggi il segno più evidente della trasformazione conosciuta dalla nostra città.
Lungo tutto il Novecento Torino è stata la principale città industriale italiana, motore di ogni fase della crescita economica e produttiva del paese. E per un secolo l’industria ha garantito lavoro, sviluppo, prosperità. Tant’è che centinaia di migliaia di italiani immigrarono qui perchè sicuri di trovarvi condizioni di vita migliori. Poi, sul finire del secolo, la grande crisi che vide in pochi anni svuotarsi di produzione e di lavoro milioni di metri quadri di aree industriali. Superato il primo sentimento di smarrimento Torino – come ha fatto molte volte nella sua storia – si è rimessa in cammino ridefinendo la propria identità e i caratteri del proprio sviluppo .
E’ quel che è accaduto. Senza rinunciare al suo profilo industriale – che c’è e continua a essere forte – la città ha allargato le sue vocazioni scommettendo su tutto ciò che è riconducibile all’economia della conoscenza: siamo oggi un centro di eccellenza nella ricerca, nell’innovazione, nella tecnologia; siamo una grande città universitaria con due atenei di alta qualità e centomila studenti, oltre diecimila dei quali stranieri; e siamo una città d’arte e di cultura che ha unito il suo straordinario patrimonio architettonico – di una città che per oltre trecento anni è stata una capitale – a un forte investimento nei musei, nelle istituzioni culturali – dal Teatro Stabile al Teatro Regio alle molte compagnie teatrali e musicali -, nei grandi eventi quali Salone del libro, Jazz festival, MITO, Torino Film Festival, Biennale Democrazia, Torino Spiritualità. Un investimento che si è allargato allo sport che ci vede nel 2015 Capitale Europea. E con Terra Madre e Salone del Gusto abbiamo scommesso anche sul cibo, che non è solo nutrizione, ma è cultura, economia, lavoro, invenzione, identità. E’ questo ricco e ampio investimento culturale che ha trasformato Torino in una meta turistica oggi riconosciuta e sempre più frequentata, a cui stanno offrendo un prezioso apporto anche grandi eventi religiosi come l’ostensione della Sindone e il bicentenario di Don Bosco. E tutto ciò a sua volta, sta favorendo la crescita di Torino come sede di congressi internazionali e mondiali, come il Congresso Mondiale della Camere di Commercio del prossimo giugno.
E l’Expo, con la sua forte attrattività, ci offre l’opportunità di far scoprire ancor di più Torino ad una vastissima platea di persone. Insomma: lasciamoci definitivamente alle spalle la falsa idea secondo cui la cultura è un lusso che ci si può concedere solo quando le cose vanno bene, ma la prima cosa da ridurre e tagliare quando arrivano tempi di vacche magre. No, la cultura è un elemento “costitutivo” – e non aggiuntivo- dello sviluppo. Dalla cultura vengono opportunità straordinarie di lavoro, di investimento, di applicazioni tecnologiche, di crescita individuale, di qualità della vita, di relazioni e apertura al mondo
Ed è con orgoglio – e anche commozione – che in questi giorni ho ascoltato le parole dei tantissimi turisti che mi hanno fermato per strada : “ Torino è una bellissima scoperta, una città meravigliosa, ci torneremo ancora”.
Piero Fassino, Sindaco di Torino