Per la prima volta il Museo Nazionale del Cinema dedica una mostra alle serie tv. “#Serialmania. Immaginari narrativi da Twink Peaks a Squid Game”, che da oggi rimarrà in esposizione fino al 24 febbraio 2025, racconta la trasformazione epocale determinata dall’avvento e dall’affermazione delle serie tv e ripercorre i legami, le influenze, le connessioni, le affinità strettissime e le differenze fra queste e il cinema, dagli anni ‘90 a oggi.
Il percorso espositivo presenta una selezione di dodici titoli, incrociando la linea cronologica con quella delle tematiche: I segreti di Twin Peaks, Friends, Breaking Bad, House of Cards, E.R. Medici in prima linea, I Simpson, Sex and the City, The Crown, Il Trono di Spade, Squid Game, Romanzo Criminale e Mare Fuori. Ciascuno rappresentativo di un genere, sono stati scelti tra gli innumerevoli possibili e tra i più raccontabili, quelli che meglio possono reggere “fuori dallo schermo”. Cinema e serie tv condividono i generi cinematografici, ma la serialità non va intesa come una sua declinazione ma come un contributo forte e innovativo nel renderlo sempre più vivo.
Sparsi tra inquadrature e sequenze si trovano, lungo il percorso della mostra, molti riferimenti all’arte: le fotografie della periferia americana di Gregory Crewdson sembrano addirittura citazioni di Twin Peaks, Mario Schifano è una sorta di antieroe nella Roma degli anni ‘70 protagonista in Romanzo criminale, le immagini dei Car Poolers di Alejandro Cartagena ricordano in modo stringente le disavventure di Breaking Bad. E non mancano le citazioni esplicite: in Squid Game registi e sceneggiatori hanno individuato in un’opera di Escher degli anni ‘50 una fonte iconografica precisa per esemplificare l’angoscia del futuro distopico.