Nuovo riconoscimento per il Comune di Torino nell’ambito dell’iniziativa ‘Comuni Ricicloni 2023’, il dossier di Legambiente che fotografa e premia l’impegno dei comuni italiani nella raccolta differenziata per un corretto avvio a riciclaggio dei materiali raccolti.
La presentazione dei dati e la premiazione questa mattina a Roma presso l’Hotel Quirinale – e in diretta streaming su eco-forum.it e sui social di Legambiente e Nuova Ecologia – in occasione della seconda giornata dell’Eco-Forum 2024, la conferenza nazionale sull’economia circolare organizzata dal 3 al 4 luglio da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, in collaborazione con Conai e CONOU e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e Regione Lazio.
A essere premiato il progetto di raccolta capillare degli oli vegetali di provenienza domestica, avviato ad aprile dello scorso anno dalla Città di Torino d’intesa con il Conoe – Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti – e Amiat – Azienda multiservizi igiene ambientale Torino.
L’accordo, della durata di tre anni, prevede l’estensione progressiva della raccolta con il posizionamento degli appositi cassonetti in diversi punti della Città, tra queste scuole pubbliche, supermercati, parrocchie e altri luoghi di aggregazione, arrivando gradualmente a coprire tutto il territorio comunale.
Un progetto partecipato dal territorio – cittadini, associazioni, circoscrizioni – che ha portato alla collocazione in tutta la città di circa 460 contenitori e che ha già ottenuto importanti risultati consentendo in poco meno di sei mesi dall’avvio dell’attività una raccolta sul piano della raccolta diffusa e del messaggio che arriva dalle famiglie ha dato già importanti risultati raddoppiando la quantità della raccolta arrivata a un litro per abitante all’anno.
L’olio vegetale esausto viene raccolto in appositi contenitori di colore blu in cui i cittadini possono depositare le bottiglie di plastica piene di olio di scarto precedentemente filtrato da impurità ed eventuali residui di cibo per ottimizzare il processo di trasformazione da rifiuto a risorsa. È possibile conferire olio di oliva e di semi vari usati per frittura, oli di conservazione dei cibi in scatola o in vetro e oli vegetali deteriorati o scaduti.
L’estensione del progetto di raccolta alle diverse Circoscrizioni è stata accompagnata da una campagna di comunicazione congiunta di Città, Conoe e Amiat con l’affissione di manifesti e locandine, la distribuzione di opuscoli informativi e la diffusione di contenuti sui rispettivi canali social guidata dal claim ‘Trasforma un rifiuto in risorsa’ con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini alla corretta gestione degli oli vegetali esausti.
“Siamo orgogliosi di essere una delle prime grandi città italiane ad aver attivato questo tipo di raccolta capillare – commenta l’assessora alle Politiche per l’Ambiente e alla Transizione Ecologica Chiara Foglietta -. Un’iniziativa che ci consente di informare la cittadinanza sulla corretta gestione di un rifiuto e al suo conferimento e allo stesso tempo di trasmettere messaggi sull’opportunità rappresentata dall’ economia circolare quale strumento concreto per il recupero di materia prima da uno scarto che opportunamente trattato può infatti tornare a nuova vita sotto diverse forme”
Una raccolta attenta e corretta degli oli vegetali di scarto evita sprechi di risorse e crea nuove opportunità di riciclo arricchendo la strategia di economia circolare delle città e contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 correlate. A differenza di altre tipologie di rifiuti, gli oli esausti si possono riciclare completamente contribuendo alla produzione di biodiesel, soprattutto, ma anche bio-lubrificanti per macchine agricole o nautiche, grassi per la concia delle pelli, cere per auto, saponi, prodotti cosmetici, inchiostri, asfalti, bitumi, mastici e collanti.
Mal gestito, questo rifiuto ha invece un impatto negativo sulla qualità delle risorse idriche e può compromettere la potabilità delle acque, i sistemi di fognatura e di depurazione. Non tutti sanno infatti che l’olio usato per una frittura in padella o quelli utilizzati per la conservazione dei cibi in scatola (tonno, funghi, carciofini, condimento per riso ecc.) se non smaltiti correttamente, versandoli nello scarico del lavandino o nel bidone dei rifiuti, sono un danno per l’ambiente. Basta infatti un chilo di olio vegetale esausto a inquinare una superficie d’acqua di 1000 metri quadrati, perché impedisce l’ossigenazione compromettendo l’esistenza della flora e della fauna sottostanti; se invece smaltiti nella rete fognaria, come spesso avviene nell’utilizzo domestico, gli oli vegetali esausti pregiudicano il buon funzionamento della rete stessa intasando condutture e depuratori: la depurazione delle acque inquinate da questo rifiuto richiede costi quantificabili in 1,10 euro al chilogrammo e il consumo di almeno 3 kW/h di energia .
Il servizio di raccolta di prossimità esteso a tutta la città si aggiunge a quello già attivo presso i centri di raccolta Amiat dove è possibile conferire all’interno dei fusti presenti gli oli vegetali esausti, gettando poi negli appositi cassoni i contenitori usati per il trasporto.
Promossa da Legambiente, patrocinata dal Ministero della Transizione Ecologica e sostenuta da CIAL e dagli altri Consorzi del Sistema Conai, Comuni Ricicloni è un’iniziativa che, dal 1994, premia le comunità locali che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti: raccolte differenziate avviate a riciclaggio, ma anche acquisti di beni, opere e servizi, tesi a valorizzare i materiali recuperati.