Via liberà definitivo all’eliminazione graduale del carbone per la produzione di energia durante la prima metà del 2030 o in una tempistica coerente con il mantenimento di un limite di aumento medio globale della temperatura di 1,5 gradi.
L’impegno è stato inserito nel documento finale approvato oggi a chiusura del vertice al quale hanno partecipato le delegazioni dei sette Paesi dalle economie più avanzate e la Commissione europea, più altri sei Stati, assieme a nove organizzazioni internazionali.
Sul fronte della cooperazione internazionale c’è poi l’interesse a promuovere lo stop all’approvazione di nuove centrali elettriche a carbone a livello globale il più presto possibile, mentre, contestualmente, i sette Paesi più industrializzati al mondo ribadiscono la necessità di uno sforzo collettivo per ridurre le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035.
Una sfida raccolta da Torino, selezionata dalla Commissione Europea tra le 100 città dell’Unione che partecipano alla missione delle città intelligenti a impatto zero. Agendo come centro di sperimentazione e innovazione il capoluogo piemontese, che proprio lo scorso 14 marzo ha presentato il suo Climate City Contract, il documento che la guiderà verso la neutralità climatica entro il 2030, anticipando così il termine per il suo raggiungimento e consentendo a tutte le città europee di seguirne l’esempio entro il 2050.
Tra gli obiettivi inseriti nel documento approvato dai ministri del G7 inoltre il raddoppio l’efficienza energetica entro il 2030, data entro le quale le rinnovabili andranno triplicate, assieme a una riduzione delle emissioni di metano. Infine sostegno alle tecnologie nucleare, in particolare quelle innovative e, in prospettiva, la fusione.
Dal summit anche il riconoscimento dell’importanza dell’acqua per lo sviluppo sostenibile, la prosperità e la pace e dell’urgenza di azioni concrete con l’impegno a creare una coalizione per l’acqua del G7 per “identificare obiettivi e strategie comuni per catalizzare ambizioni e priorità condivise nell’affrontare la crisi idrica e sottolineare il ruolo degli approcci multisettoriali”.
L’intento è di preservare le risorse idriche riducendo l’inquinamento e promuovendo l’efficienza delle risorse e l’economia circolare anche aumentando gli investimenti in infrastrutture idriche e igienico-sanitarie sostenibili, a prova di catastrofe e resilienti al clima e in soluzioni basate sulla natura, anche per colmare il divario di investimenti in acqua e servizi igienico-sanitari.
Con questa aspirazione i ministri riuniti a Venaria puntano a “rafforzare la cooperazione politica e la ricerca sull’acqua per promuovere l’importanza della gestione integrata delle risorse idriche” e “attuare in modo rapido e completo soluzioni efficaci e inclusive per rafforzare le politiche idriche per raggiungere uno sviluppo sostenibile nel contesto del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento”.
Grande attenzione nel documento approvato oggi a conclusione dei lavori viene riservata alle energie rinnovabili la cui rapida e significativa diffusione può favorire la transizione globale dai combustibili fossili, aumentando la sicurezza energetica e la crescita economica e creando posti di lavoro. Un risultato da raggiungere attraverso un “aumento significativo degli investimenti nelle reti di trasmissione e distribuzione dell’elettricità entro il 2030 con l’obiettivo di espandere, rafforzare, modernizzando e digitalizzando le reti”, vista “l’analisi dell’Iea (International Energy Agency), secondo cui gli investimenti nella rete globale devono quasi raddoppiare entro il 2030 fino a superare i 600 miliardi di dollari l’anno per raggiungere gli obiettivi climatici nazionali annunciati.
I ministri ribadiscono inoltre le preoccupazioni sulla gravità e l’urgenza derivanti dalla crisi globale, interconnessa e che si rafforza reciprocamente, del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, nonché della desertificazione, del territorio, del suolo e dell’oceano. “Il degrado e la scarsità d’acqua, la siccità e la deforestazione rappresentano una minaccia globale allo sviluppo sostenibile – si legge nel documento – . Questi problemi aggravano ulteriormente le perturbazioni economiche e sociali, le minacce alla salute e i danni ambientali, l’accesso all’energia e le sfide alla sicurezza, nonché le preoccupazioni esistenti in materia di sicurezza, comprese quelle causate o esacerbate dalla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”.
Apprensione da parte dei ministri del G7 anche per le molteplici crisi in diverse regioni del Pianeta che pongono sfide geopolitiche a tutti i governi e hanno un impatto significativo sulle persone in tutto il mondo, in particolare sulla sicurezza energetica e alimentare. In particolare, sottolineano: “Siamo profondamente preoccupati per la devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza”.
Dal G7 Ambiente, Energia e Clima è stata poi riconosciuta la necessità di sbloccare finanziamenti per il clima nell’ordine di “migliaia di miliardi”, riconoscendo le sfide che i Paesi vulnerabili stanno affrontando in relazione agli impatti climatici. E’ un messaggio che arriverà al prossimo G7 Finanze a Stresa. Intanto si sottolineano le sfide, gli oneri del debito, gli spazi fiscali dei diversi Paesi per incrementare gli investimenti, ed un incoraggiamento alle banche multilaterali di sviluppo perché aumentino i loro obiettivi di finanziamento per il clima coordinandosi con un approccio armonico.
La due giorni di lavori alla Reggia di Venaria è stata preceduta dalla Planet Week un palinsesto di oltre sessanta eventi che, dal 20 al 28 aprile a Torino e in Piemonte, hanno coinvolto soggetti pubblici, imprese, giovani, artisti e società civile in decine di iniziative tra convegni, workshop, mostre, proiezioni di film ed eventi di diffusione della cultura ambientale: tra queste, le celebrazioni per la Giornata della Terra e il dialogo interreligioso su Pace e Ambiente il 22 aprile, il confronto tra giovani di oltre venti Paesi e il settore privato sul cambiamento climatico organizzato da “Connect4Climate” e dalla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, presieduta dal Politecnico di Torino. E ancora: i focus sulle nuove tecnologie, le energie del futuro e le politiche di adattamento, l’impegno trasversale dei giovani come attori del cambiamento