Sono passati ottant’anni da quel 5 aprile del 1944 quando nel poligono di tiro del Martinetto furono fucilati 8 componenti del comitato di Liberazione Piemontese del CLN. Sono Giuseppe Perotti, Franco Balbis, Eusebio Giambone, Paolo Braccini, Errico Giachino, Giulio Biglieri, Massimo Montano e Quinto Bevilacqua.
Un eccidio che ha fatto del Martinetto il sacrario della città di Torino, luogo della memoria della Resistenza che dal 1945 ospita la commemorazione di quei martiri e di altri 53 tra partigiani e resistenti che lì hanno trovato la morte per mano dei fascisti.
“Oggi rendiamo omaggio a quei giovani, veri padri della Patria, che con il loro sacrificio hanno contribuito a costruire la libertà in cui, ancora oggi, viviamo – ha detto oggi il sindaco ricordandoli – Nel farlo ribadiamo l’importanza della memoria, che ci deve aiutare a non dare per scontata, mai, la libertà che ci è stata donata, che sta alla base della nostra democrazia. Uno spazio di libertà – ha proseguito – che dobbiamo contribuire ogni giorno a difendere, mantenere, allargare. Lo dobbiamo a chi si è sacrificato per noi, in nome di un ideale comune, ma, anche e soprattutto, alle generazioni più giovani: abbiamo la responsabilità di tramandare loro i valori fondamentali che devono stare, davvero, alla base di una società giusta, libera, democratica.”.
Con il sindaco Lo Russo erano presenti per la Città di Torino il sindaco gli assessori Paolo Chiavarino e Jacopo Rosatelli, Milly Montano, figlia del tenente Massimo Montano, le autorità civili, militari, delegazioni delle associazioni della Resistenza, il Gonfalone della Città di Torino, decorato di medaglia d’oro al valor militare e quelli di Regione Piemonte e Città Metropolitana di Torino, decorati con medaglia d’argento al valore civile.
L’inno di Mameli cantato dagli alunni della scuola Italo Calvino ha concluso la commemorazione.
Gino Strippoli