Nuovi modi di fare scuola e pensare l’educare, dal 26 al 28 ottobre il Social Festival Comunità Educative

Tre giorni di lezioni, dibattiti, workshop, atelier diffusi a Torino, Grugliasco, Nichelino, Rivoli, e Settimo Torinese dedicati ai mondi della scuola e dell’educare.

Dopo una prima edizione sperimentale, dal 26 al 28 ottobre torna il Social Festival Comunità Educative ‘Corpi in movimento, menti in evoluzione’, promosso e organizzato dal Comune di Torino e dalla Città Metropolitana, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e la direzione scientifica della rivista Animazione Sociale. 185 relatori e un ricco programma per esplorare i nuovi modi di fare scuola e pensare l’educare con le bambine, i bambini, le ragazze e i ragazzi per rendere i luoghi della didattica e dell’educazione sempre più capaci di accendere la mente, far fiorire l’umano, stare un po’ meglio insieme, adulti, insegnanti, educatori e nuove generazioni.

Il focus di quest’anno è il corpo, la fisicità e lo spazio intesi in diverse sfaccettature: studi neuroscientifici dimostrano, infatti, che per mettere in moto la mente bisogna attivare anche il corpo e che, in questa prospettiva, è necessario interrogarsi su quali siano le condizioni migliori, sia cognitive sia ambientali, per favorire l’apprendimento.

Il Social Festival metterà insieme soggetti, enti, associazioni, studiosi e tutti coloro che hanno a cuore il benessere e l’educazione delle nuove generazioni, non solo per ribadire la centralità della scuola come perno della comunità, ma anche più nello specifico riflettere su come rendere l’esperienza scolastica ed educativa il più efficace e inclusiva possibile.

Questi saranno i temi che verranno affrontati in 2 plenarie (giovedì 26 e sabato 28 mattina), dedicate all’ascolto delle idee e delle proposte; nei 17 workshop (giovedì 26 e venerdì 27 pomeriggio) in cui si entrerà nei ‘mille cantieri’ dove ogni giorno, a scuola come nei territori, la comunità educativa si sperimenta; nei 10 atelier dove educatori, insegnanti e genitori utilizzeranno strumenti e tecniche che attivano l’interazione corpo/mente/ambiente. E poi nelle 9 conversazioni per dialogare su grandi temi che interrogano insegnanti, studenti, famiglie e chiunque sia interessato alle sfide dell’educare e dell’insegnare e nei 2 dialoghi sulle politiche (due sessioni venerdì 27) in cui gli amministratori locali si confronteranno su come rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti.

Gli incontri con i giovani (nel pomeriggio di giovedì 26 e nella mattina di venerdì 27) saranno dedicati all’ascolto del loro punto di vista, di chi si trova a vivere la propria adolescenza dopo la pandemia. Sempre venerdì gli studenti assisteranno alla proiezione di due film ‘Io Capitano’ di Matteo Garrone, con la partecipazione di don Luigi Ciotti e 450 studenti di scuole superiori e ‘La nostra bellezza quotidiana’ di Gabriele Vacis.

Il programma completo della manifestazione è disponibile sul sito www.socialfestival-comunitaeducative.it  Tutti gli eventi sono gratuiti, è richiesta l’iscrizione.

Abbiamo voluto fortemente proporre un nuovo appuntamento del Social Festival Comunità Educative perché abbiamo percepito proprio dalle e dai partecipanti la necessità di continuare l’esperienza dello scorso anno. La prima edizione sperimentale ha raccolto oltre mille adesioni, segno che la comunità educante ha colto l’intento della Città e della Città Metropolitana di fissare un momento per ritrovarsi e riflettere insieme sulle sfide dell’apprendimento. La seconda edizione ‘Corpi in movimento, menti in evoluzione’ accenderà i riflettori sull’importanza della connessione tra contenuto e contenitore, tra mente, corpo e spazio, perché l’educazione nel suo complesso deve anche tener conto degli spazi di apprendimento. Un ringraziamento enorme va al comitato scientifico e alla rivista animazione sociale per l’organizzazione di tutte le attività e alla Fondazione Compagnia di San Paolo, per il suo costante interessamento a queste tematiche” sottolinea Carlotta Salerno, Assessora alle Politiche educative della Città di Torino.

Il concetto di apprendimento e coinvolgimento attivo degli studenti deve ridefinire l’educazione. Questa trasformazione non riguarda solo la didattica, ma coinvolge anche l’ambiente scolastico e l’innovazione tecnologica. L’innovazione tecnologica offre strumenti potenti per l’apprendimento, ma richiede un maggiore impegno da parte degli studenti nell’uso critico delle risorse digitali. Gli insegnanti sono chiamati a essere guide e facilitatori, piuttosto che semplici trasmettitori di informazioni. In questo contesto, l’educazione diventa un processo attivo, in cui gli studenti sono coinvolti in modo più profondo e partecipativo. Questo cambiamento mira a preparare gli studenti per un mondo in continua evoluzione, in cui la capacità di apprendere in modo autonomo è essenziale per il successo” dichiara Caterina GrecoConsigliera delegata all’Istruzione della Città metropolitana di Torino.

L’idea che anima questo festival è quella di farne un appuntamento a cui chi si occupa di scuola, di educazione, di politiche per l’apprendimento guardi come occasione  di riflessione, di confronto e condivisione  di idee e di esperienze  per fare della città tutta un luogo di crescita e miglioramento. La politica ha essa stessa una forte vocazione pedagogica nel fare crescere le persone come cittadini all’interno di comunità educative alla ricerca del senso delle proprie azioni e delle necessarie connessioni” afferma Lorenza Patriarca, Presidente V Commissione Istruzione del Comune di Torino.

Tanti segnali spingono insegnanti ed educatori a ripensare come fare scuola ed educazione. Non solo i dati della dispersione scolastica e il malessere adolescenziale, ma anche il fatto che in classe entrano generazioni native digitali cresciute con sollecitazioni veloci. Non si può fare scuola come un tempo, gli insegnanti questo lo sanno. La sfida è rendere le ore di lezione momenti attivanti, coniugando obiettivi di apprendimento e di benessere, che non sono cose scollegate perché la mente si apre se si apre il cuore” sostiene Francesco D’Angellarivista Animazione Sociale.