Un nuovo approccio per offrire sostegno alle persone in condizioni di marginalità e senza fissa dimora che superi la gestione assistenzialistica con interventi tesi a includere la persona, attraverso un’azione integrata e l’intervento di un team di professionisti specializzati.
La Giunta Comunale ha approvato questa mattina, su proposta dell’assessore alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli, una delibera per potenziare i servizi di prossimità e primo contatto per le persone in condizioni di emarginazione attraverso una convenzione tra la Città e numerosi partner.
Il progetto si chiama “Torino street care 3.0” e con esso l’amministrazione comunale e le associazioni Camminare Insieme, Rainbow for Africa e Danish Refugee Council (DRC Italia), con il coinvolgimento dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino e dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino metteranno in campo interventi di prossimità e di presenza in strada da parte di un’equipe socio sanitaria e socio legale costituita anche da personale medico, infermieristico e ostetrico specializzato e da mediatori linguistico-culturali.
“Chi vive in condizioni di marginalità è più esposto al cronicizzarsi di situazioni cliniche patologiche che portano la persona in un percorso di progressiva emarginazione-spiega l’assessore alle Politiche Sociali, Jacopo Rosatelli-. Attraverso questo presidio mobile vogliamo andare incontro a quelle persone fragili che fanno più fatica ad accedere ai servizi sociosanitari e che per questo rischiano di restare inascoltate e non vedere garantito il diritto alla salute. Si tratta di persone sole, in condizioni di precarietà abitativa o senza dimora, ma anche minori stranieri non accompagnati che per varie ragioni sono restie a recarsi nelle strutture ambulatoriali o ospedaliere. Grazie a personale qualificato e ai volontari e volontarie di soggetti da anni impegnati su questi temi, l’ambulatorio mobile saprà accogliere le loro richieste, dando un primo sostegno, e indirizzandoli verso i presidi sanitari e altri servizi a seconda delle necessità”.
L’equipe si avvarrà di un bus completamente attrezzato e adibito ad ambulatorio mobile per svolgere attività di prevenzione sanitaria, di orientamento legale, di mediazione sociale e culturale e prestazioni medico-infermieristiche finalizzate alla facilitazione dell’accesso alle cure sanitarie e alle opportunità di accesso ai servizi cittadini per tutte quelle persone che rischiano di rimanere escluse dai percorsi istituzionali di cura e inclusione.
Il progetto è sostenuto da risorse messe a disposizione dalla IVECO Group, dalla Fondazione Lavazza e da Pirelli Group e attraverso il supporto dei fondi 8 per mille della Chiesa Valdese e dell’8 per mille a gestione statale. La Città metterà a disposizione il personale che sarà dedicato a questo servizio oltre ad eventuali oneri nel caso di collegamenti con la rete dell’energia elettrica per assicurare l’attività dell’ambulatorio mobile.
L’avvio sarà sperimentale e prevede in un primo momento la presenza in alcuni punti strategici della Città e, successivamente, una progressiva estensione dell’attività nelle zone caratterizzate dalla maggior presenza di situazioni a rischio.
A dare attivazione al progetto sarà un’apposita convenzione che sarà siglata nelle prossime settimane e avrà una durata iniziale di nove mesi, con possibilità di proroga.