Raccontare la vita delle persone private della libertà ai più giovani. Questo l’obiettivo dell’appuntamento che, questa mattina, ha aperto il calendario di eventi nello stand istituzionale di Città di Torino al Salone internazionale del Libro.
La riflessione è partita dal volume “Il carcere spiegato ai ragazzi”, nato da un progetto dell’Associazione Antigone che si propone di far comprendere la quotidianità dei detenuti nella sua autentica e dolente realtà. Una realtà, questa, “di cui non si parla mai abbastanza” come si evince dalle parole di Monica Gallo, Garante della Città di Torino per i diritti delle persone private della libertà. “Le scolaresche – ha spiegato – visitano il carcere senza saperne molto prima” lasciando in queste visite poca dignità per i detenuti e poca attenzione verso i ragazzi. Per questo, spiega “da settembre abbiamo previsto cicli di incontri dedicati proprio ai ragazzi che decidono di entrare come visitatori negli istituti penitenziari”.
Ospite d’eccezione il regista Davide Ferrario, che nel 2008 con la pellicola “Tutta colpa di Giuda”, girata nel carcere delle Vallette di Torino con protagonisti veri detenuti e agenti di polizia carceraria dell’istituto, aveva già provato a portare fuori dalle mura del carcere la realtà del “dentro”, parlando in particolare ai più giovani.
La riflessione si allarga ovviamente al carcere come necessario luogo di riabilitazione sociale e non soltanto di pena. Susanna Marietti, coautrice con Patrizio Gonnella del libro edito per Manifestolibri, ha raccontato delle presentazioni del libro nelle scuole della Capitale dove “nessuno tra i ragazzi sa quante siano le carceri in Città, quali le differenze tra loro o dove si collochino” per significare quanto poco effettivamente si conosca questa realtà. “Eppure – ha aggiunto – rendere il carcere più trasparente è una necessità, dettata dal fatto che è uno dei luoghi con più bisogno di controllo sociale e, proprio in quanto luogo chiuso, con più facilità di abusi”.
Michele Miravalle, coordinatore Osservatorio di Antigone sul carcere, ha invece evidenziato l’importanza di rivolgersi prima di tutto ai giovani per cambiare la percezione culturale del carcere perché – ha detto – “alla loro età ancora non hanno solidificato il pregiudizio e non vivono di stereotipi. Fondamentale – ha aggiunto – far passare il messaggio che il carcere non è uno stigma e i detenuti, una volta fuori, non devono trovarsi a pagare di più della pena che hanno già finito di scontare”.
A chiudere i lavori l’intervento dell’Assessore della Città di Torino Francesco Tresso, che ha evidenziato come dalle carceri si noti il livello di avanzamento della società stessa. “La Città – ha detto – è costantemente al lavoro sul tema con la garante e l’Assessora alla Sicurezza Pentenero. Proprio recentemente è stata presentata un’indagine condotta proprio sulla popolazione giovanile del carcere ed è stato inaugurato uno sportello di accompagnamento al fine pena, momento delicato e fondamentale per il reinserimento sociale delle persone”.
Il carcere e le difficoltà degli istituti penitenziari saranno al centro di altri tre incontri in programma nello stand della Città nei prossimi giorni. Tra i più attesi certamente quello di sabato 20 maggio, che vedrà ospiti alcuni membri del cast di Mare fuori, il grande successo di Rai Fiction che ha portato sul piccolo schermo le storie di vita quotidiana all’interno di un istituto.
C. Ruggeri