di Antonella Gilpi
Una fontana dalla storia curiosa, alla quale la leggenda attribuisce il luogo storico della nascita di Torino, è la fontana delle Stagioni e dei Mesi che si trova al Valentino.
Costruita per l’Esposizione nazionale del 1898 per celebrare il cinquantenario della promulgazione dello Statuto Albertino, fu eretta dove, secondo la leggenda interpretata da Eusebio da Cesarea, si sfracellò il giovane Fetonte.
Questo è il racconto mitico della nascita della nostra città: Fetonte , figlio del Sole e di Iside, rubò il carro infuocato al padre e si mise a correre senza freni; da inesperto auriga, non si accorse che i cavalli si avvicinavano troppo alla terra, incendiando i raccolti. Zeus si arrabbiò e gli scagliò una freccia, uccidendolo, e il carro cadde sulle sponde del fiume Eridano (nome antico del Po). Le sue sorelle, le Eliadi, si recarono sul posto per piangerlo e Zeus, commosso, le trasformò in pioppi. Sorse così un bosco sacro, ai cui confini si edificò poi il primo insediamento di quella che oggi è Torino.
Fu l’architetto Carlo Ceppi a costruire la fontana dei Mesi e delle Stagioni, ricca di statue, giochi d’acqua e di luce; è ornata da quattro gruppi statuari raffiguranti i fiumi torinesi (Po, Dora, Sangone, Stura) e da dodici statue femminili raffiguranti i mesi dell’anno (realizzate da Luigi Contratti, Cesare Reduzzi, Francesco Sassi, Cesare Biscarra, Gino Cometti ed Edoardo Rubino).
L’opera architettonica, in stile rococò, sorge attorno a una vasca ovale. Nella parte superiore si trova una terrazza ellittica da cui scaturisce una cascata posta tra le statue dei quattro fiumi. Sulle due ali della balaustra discendente si ergono le statue allegoriche dei dodici mesi.
Alla fine degli anni Trenta venne utilizzata come sfondo per alcune scene di film della ancor florida industria del cinema torinese.