Tra Giorgio Chiellini e la scuola calcio per ragazzi disabili degli Insuperabili è un rapporto che dura dal 2012. Infatti l’ex difensore bianconero è uno dei fondatori della società che oggi può contare sul 650 ragazzi e ben 17 sedi in Italia. Nel fine settimana scendono in campo ben cinque categorie, di cui una partecipa al campionato Special della Federazione Italiana Gioco Calcio.
I temi degli Insuperabili e della “nuova” vita di Giorgio Chiellini sono stati affrontati ieri sera a Casa Tennis dal direttore di Tuttosport Guido Vaciago e da Davide Leonardi co-fondatore del sodalizio piemontese. “Le Nitto ATP Finals – ha esordito Chiellini – è un evento che danno un grande lustro a Torino e forse la città ancora non si rende conto dell’importanza. Oltre al calcio mi piace guardare tutti gli sport. Credo che Nadal, Federer e Djokovic per stare a quei livelli devono essere dei mostri”.
Il livornese ha deciso in estate di lasciare la Juventus per intraprendere una nuova avventura nel Los Angeles FC. “Ho giocato solo metà stagione. Ho vinto il campionato e questo dà ancora più ragione alla scelta che ho fatto e poi confrontarsi con altre culture fa sempre bene. Negli Stati Uniti
lo sport si vive in maniera diversa che in altre parti, è davvero uno spettacolo da godere”.
Non si poteva fare un pensiero alla sua Juventus e ai suoi ex compagni impegnati nel Mondiale in Qatar. “Ho rivisto unità nella Juventus e questo ha fatto sì i valori dei giocatori venissero fuori. Il Mondiale ti prosciuga fisicamente e soprattutto mentalmente. Per la vittoria finale punto sull’Argentina o sul Brasile dei miei amici Alex Sandro, Bremer e Danilo. Sono contento che Bremer sia arrivato alla Juventus e che indossi la maglia numero 3. Danilo mi ha sorpreso, è un giocatore totale con grande personalità da leader” Davide Leonardi degli Insuperabili ha voluto ricordare come è nata la società. “Nel 2012 una ragazza disabile ci ha chiesto di poter giocare a pallone. Pensavamo di poterla indirizzare verso una squadra e invece ci siamo resi conto che non ce n’erano. Allora abbiamo creato un gruppo dove tutti ragazzi e ragazzi potesseo fare sport. Siamo molto contenti di quello che abbiamo fatto, ma l’Italia deve ancora fare dei passi avanti in tema di inclusione”.
Marco Aceto