Un record, un cappotto e un foglio color glicine

 

aff_libroL’esperienza dell’affido raccontata in una settantina di pagine. A mettere nero su bianco fatti, pensieri ed emozioni sono le stesse famiglie affidatarie,quelle che hanno scelto di aprire le porte della propria casa per dare a una bambina o un bambino, anche solo per un breve periodo, le cure e l’affetto che solo in una famiglia serena si possono ricevere.

 

Pubblicato nel novembre del 2014, il libro è il risultato del progetto “Storie di affido”, realizzato grazie alla collaborazione tra l’assessorato alle Politiche sociali della Città di Torino, la Scuola Holden, l’Educatorio della Provvidenza, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema, con il contributo della Fondazione CRT e del Rotary Club Torino Mole Antonelliana.

Obiettivo del progetto Storie di affido, quello di far conoscere davvero cosa significhi mettersi in gioco e aprire la propria famiglia all’accoglienza di bambini e ragazzi in difficoltà. E chi poteva farlo, se non le persone che hanno vissuto in prima persona questa avventura, giorno dopo giorno? Per raggiungere lo scopo, la Scuola Holden aveva organizzato un corso di scrittura aperto alle famiglie affidatarie, con l’obiettivo di insegnare ai partecipanti alcune tecniche narrative di base, di dar loro gli strumenti fondamentali perché potessero raccontare le loro storie e le esperienze quotidiane durante l’affido. Da questo corso è nato il libro “Un record, un cappotto e un foglio color glicine – Storie di affido”.

Nel volume è raccontato come in alcune famiglie siano stati vissuti i cinque momenti chiave dell’esperienza. “Abbiamo deciso – ha scritto Mattia Garofalo, docente della Scuola Holden, nell’introduzione del libro – che avremmo parlato dell’arrivo, cioè del momento in cui il bambino è giunto a casa; del prima, ovvero di quando si è scelto di diventare famiglia affidataria; della prova superata dal bimbo, o dai genitori, e si è diventati famiglia; del mondo fuori, cioè di quando è stata comunicata la fine dell’esperienza e, infine, del distacco, il momento in cui il bambino ha lasciato la famiglia affidataria”.

Chi fosse interessato alla pubblicazione, può richiederla scrivendo a Casa dell’Affido, all’indirizzo e- mail casa.affido@comune.torino.it